ALTO FRIULI: Si è discusso della Provincia in consiglio regionale

La Carnia, il Canal del Ferro, la
Valcanale, il Gemonese e l’hinterland della zona industriale di
Osoppo-Buja costituiscono da sempre una delle cinque
circoscrizioni elettorali per l’elezione del Consiglio regionale.

Ad ricordarlo, Renzo Petris che ha presentato per il gruppo dei
DS la proposta di legge – dieci articoli in tutto – sulla
costituzione della Provincia dell’Alto Friuli, che
corrisponderebbe ai Comuni soggetti alla giurisdizione del
Tribunale di Tolmezzo.

Accanto alla riconosciuta specificità elettorale – ha proseguito
– non è mai stata prodotta una parallela specificità
amministrativa tale che potesse sviluppare una forma di governo
locale assimilabile alla circoscrizione provinciale o, in
alternativa, l’attuazione del dettato statutario che dispone
l’istituzione del Circondario per il decentramento
amministrativo.

La Provincia dell’Alto Friuli potrebbe assommare in sé le
funzioni svolte dalle Comunità montane, dalle Aziende per la
promozione turistica, dalla provincia di Udine limitatamente a
quel territorio, dal Servizio regionale delle manutenzioni. Il
tutto avendo presente il principio di sussidiarietà e nella più
ampia rivisitazione dell’ordinamento regionale. La proposta
individua un percorso senza imposizioni dall’alto, ma con
formulazioni che partono dai Comuni e dalle popolazioni chiamate
ad esprimere il proprio parere.

La Provincia non rappresenta la soluzione amministrativa dei
problemi dell’intera montagna regionale, ma – ha concluso Petris
– rappresenta una razionalizzazione delle competenze oggi
riferibili ad una pluralità di soggetti.

La leghista Viviana Londero ha quindi proposto un approfondimento
sulla materia dettato dalla sua importanza e di riportarla in V
Commissione consiliare per poter affiancare il provvedimento DS
agli altri (in particolare quello della Giunta e quello di cui
lei è prima firmataria) sul medesimo argomento.

Il suo collega di gruppo, Matteo Bortuzzo, ha quindi giudicato
positiva la richiesta di riorganizzare la montagna, ma limitativo
volerlo fare solo per una zona e non per la sua totalità, cosa
che ne accentuerebbe ancora di più i limiti. Manca, nella
proposta DS, un riferimento a quelli che saranno gli Enti sui
quali si articolerà la politica amministrativa dell’intero
territorio montano; una sua comparazione con quella della Giunta
deve essere fatta.

Gianfranco Moretton (PPI-Margherita) ha sottolineato che
dell’argomento si sta interessando non solo il mondo politico, ma
l’intera comunità e i sindaci in prima persona. Il Consiglio
regionale, per Moretton, non ha però una maggioranza in grado di
fare grandi riforme. Meglio sarebbe sospendere la seduta e capire
l’effettiva volontà di accogliere la proposta della Lega (del
medesimo parere della Londero e di Bortuzzo si è infatti poi
detto anche Beppino Zoppolato, contrario alla mera creazione di
nuove poltrone che nulla porterebbero allo sviluppo della
montagna).

Per Giancarlo Cruder (CPR), che ha ricordato le varie proposte di
legge sull’argomento, tra cui quella firmata da lui stesso, non
si devono fare inutili rituali, ma capire se la V Commissione ha
voglia di affrontare realmente le necessità della montagna e le
soluzioni di cui ha bisogno. Sono con Petris – ha detto – quando
afferma che non dobbiamo stare a guardare chi ha fatto per primo
la proposta di legge, ma di voler trovare una soluzione
definitiva ai problemi del territorio. Che la maggioranza ci dica
con franchezza qual è la sua posizione.

Noi non discutiamo l’istituzione della Provincia montana
dell’Alto Friuli, per Renzo Travanut (DS), ma discipliniamo la
consultazione dei cittadini dei Comuni interessati a questa
iniziativa. La richiesta c’è già da parte di 33 Comuni e di varie
associazioni di categoria, non è più una questione solo politica.
Possiamo argomentare solo la procedura da seguire, se questa è la
proposta della maggioranza, ma solo se ci vengono dati tempi
certi in cui ciò avverrà. Una volta stabilita la proceduta, sarà
la gente a decidere se e quale Provincia fare.

La maggioranza non ha un quadro definito in mano – ha incalzato
Nevio Alzetta (DS). Sono state eliminate le Comunità montane, ma
non si sa cosa resterà in capo alle Province e quale sarà
l’ordinamento della Regione per il futuro. Vogliamo che si
identifichino alcune forme di organizzazione che saranno
sottoposte al giudizio dell’elettorato ovvero a referendum. Non
ci fidiamo più degli inviti della Giunta perché è già accaduto
che poi non li hanno rispettati.

Sembra si prospetti una stagione di chiamata alle urne, per la
nostra popolazione – ha detto Maurizio Salvador (FI-CCD-FDC). In
questa proposta – ha aggiunto – ci sono competenze che la Regione
ha già assegnato ad altri soggetti, vedi ad esempio sul turismo.
Le nuove Province sono un tema affascinante, ma dobbiamo
chiederci se non sia meglio dare più risorse a quelle già
esistenti. L’argomento è serio perciò abbandoniamo gli spot
elettorali e affrontiamo come si deve la questione.

Se di spot elettorali si tratta – gli ha risposto Alessandro
Tesini (DS) – allora faccio presente che ci sono a riguardo
petizioni firmate da presidenti e assessori regionali, attuali e
non più in carica, di molte forze politiche. Discutere una norma
è un passaggio necessario perché è un atto dovuto dare una
risposta ai 33 Comuni che l’hanno chiesta altrimenti potrebbe
esserci omissione di atti da parte della Regione. O ci sono
garanzie precise di volontà politica reale o non possiamo
accettare la proposta di andare in Commissione. Meglio allora che
ci bocciate la legge adesso.

L’attuale definizione di Provincia deve essere rivista, ma qui
per Mario Puiatti (Verdi-SDI) è una questione di funzionalità,
non di sentirsi rappresentati o meno da una zona del territorio.
Tutti i Comuni dovrebbero indire un referendum per sapere se i
loro cittadini vogliono realmente far parte o meno di quella
realtà territoriale. Si potrebbe approvare una norma che va a
contrastare quella recentissima e non ancora in vigore sul
sistema elettorale.

Siamo già in campagna elettorale – ha esordito Francesco Serpi
(GM). Guarda caso una proposta di legge datata luglio 2000
diventa improvvisamente fondamentale e urgente. Lo stesso dicasi
per quella appena consegnatami, a firma PPI-Margherita. Mi chiedo
se sia utile portare avanti una politica di disgregazione dei
campanili solo per poter dire alla gente che abbiamo creato
Consigli e Giunte provinciali in più; così non si fa né
l’interesse della montagna né dell’Alto Friuli né dei carnici, ma
solo un discorso clientelare. Che i DS abbiano il coraggio di
andare sino in fondo già adesso e poi, semmai, si scagliano
contro i consiglieri che hanno bocciato la loro legge”.
Dopo una pausa di un’ora, alla ripresa dei lavori d’Aula,
il consigliere dei DS Nevio Alzetta ha riferito che, dopo un
incontro informale, tra i gruppi è intervenuto un accordo in base
al quale della materia della Provincia dell’Alto Friuli e di
altri argomenti di analogo contenuto, a partire dal disegno di
legge della Giunta sull’istituzione dei comprensori montani, se
ne discuterà in V Commissione già in aprile.

Stante questo accordo, ha detto Alzetta, siamo dell’idea di non
proseguire con l’esame della nostra proposta di legge, per
inserirla tra i provvedimenti da discutere in Commissione.

Il Consiglio regionale ha quindi votato il rinvio del provvedimento in
Commissione.