CARNIA- Si cercano soluzioni per Seima Elettronica e De Longhi

Ombre sempre più cupe si addensano sulla Seima Elettronica. L’incontro di martedì nella sede dell’Assindustria tolmezzina, presenti gli assessori regionali Bertossi e Marsilio, ha confermato che il futuro dei 120 lavoratori è decisamente incerto. “Purtroppo siamo alla dirittura finale- conferma Gianpaolo Roccasalva della Cgil- La Seima Elettronica contava sulla Finmek per l’accollo dei debiti, ma ora, essendo quest’ultima azienda posta in amministrazione controlata, almeno per due anni tutti gli accordi sono stati congelati. Lunedì prossimo ci sarà l’assemblea dei soci e le uniche strade percorribili sono la messa in liquidazione o il fallimento. In poche parole, si va verso la chiusura dello stabilimento”. Ma per i lavoratori si potrebbero aprire altre prospettive: “Ci sono due cordate di imprenditori che hanno manifestato il loro interesse per l’acquisizione non tanto della Seima Elettronica, ma della professionalità espresse dall’azienda e del capannone di Villa Santina- spiega Roccasalva- Nei prossimi giorni verranno presentati i piani industriali e quando conosceremo questi due progetti valuteremo quello che offre più garanzie e occupazione. E’ giusto ricordare, però, che in caso di fallimento anche il curatore potrebbe dire la sua”. Attualmente l’attività in fabbrica è ridotta al minimo: i dipendenti impegnati non sono più di venti, gli altri sono in cassa integrazione. C’è la volontà di tenere in vita qualche commessa che potrebbe risultare utile in un’attività futura, ma in realtà il lavoro ormai è esaurito. “Facile immaginare lo stato d’animo di queste persone, esasperate sin da quando la Finmek ha preso in mano l’azienda, portandola ad un lento e progressivo declino- conclude Roccasalva- Il più che probabile fallimento ha portato sconcerto e preoccupazione, ma l’interesse manifestato da altri imprenditori deve necessariamente regalare qualche speranza”. L’altro fronte caldo in Carnia è quello della De Longhi di Ampezzo: ieri i rappresentanti sindacali hanno illustrato ai lavoratori, in gran parte donne, le novità prodotte dall’incontro con Bertossi del giorno precedente: “Abbiamo chiesto all’assessore l’impegno a portare l’azienda ad un tavolo di trattativa e discussione per chiarire le sue intenzioni- dice Raffaele Consiglio della Cisl- Noi contestiamo, infatti, l’assoluta mancanza di contatti della De Longhi con sindacati, lavoratori e politici del territorio”. Ma cè di più: “Non ci sono alternative per il sito di Ampezzo, perché se la De Longhi andrà via, ci ritroveremo con circa 200 lavoratori, indotto compreso, a spasso, nonostante qui ci sia un’efficienza di sei punti superiore rispetto a quella richiesta dall’azienda” aggiunge Consiglio. Bertossi si è impegnato a contattare la proprietà, effettuare le opportune verifiche e a fornire risposte entro la fine della prossima settimana. Successivamente verranno decisi modalità e tempi di eventuali forme di protesta, che potrebbero portare i lavoratori a manifestare anche a Treviso, sede operativa della De Longhi.
(di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino)