MONTAGNA- Api: crisi lavoro, pensare anche all’indotto

Il Vice-Presidente dell’Associazione Piccole Medie Industrie di Udine, Bernardino Ceccarelli, prende una netta posizione sulle evoluzioni della grave crisi economica che sta colpendo duramente realtà produttive importanti della montagna friulana.
Ceccarelli invita con forza la Regione a preoccuparsi anche delle ricadute negative sull’indotto e sulla tenuta delle aziende fornitrici privilegiando le industrie che sono radicate nel territorio.
“Siamo in una congiuntura molto seria e delicata – afferma il Vice- Presidente – noi siamo solidali con le maestranze che purtroppo sono in questo frangente, ma invitiamo chi ha la responsabilità di governare la situazione, dal Presidente della Regione Riccardo Illy all’Assessore Enrico Bertossi, di cui ben conosciamo l’impegno, a tener conto anche di tutti i fornitori che stanno perdendo commesse e pure gli incassi per lavori già svolti.”
“Si tratta – sottolinea Ceccarelli – di imprese friulane che hanno lavorato per la Seima e il cartificio Ermolli, come pure per la De Longhi di Ampezzo. Sono interessate alcune decine di aziende attive in svariati settori dai trasporti alla logistica alla fornitura di materia prima e non si può dimenticare o sottovalutare la subfornitura”.
E se è pur vero che possono richiedere i crediti al curatore del fallimento Seima non si può negare, argomenta il Vice-Presidente dell’A.P.I., che andranno incontro a inevitabili perdite di risorse con danni al volume del fatturato.
“Da qui conclude Bernardino Ceccarelli trova fondamento l’appello urgente che rivolgiamo alla Regione per chiedere l’elaborazione di servizi adeguati e strutturati per le necessità di queste aziende che sono radicate nel territorio e che da sempre si preoccupano della crescita socio-economica del Friuli Venezia Giulia.”