MONTAGNA- Caroli: “Definire le priorità di intervento”

“Non posso non constatare con piacere il rinnovato interesse che si sta manifestando di questi tempi sui problemi della montagna: non vorrei però che fosse solo una moda passeggera. Ecco perché vorrei fosse definita una scaletta di priorità da perseguire individuando anche il ruolo degli attori dello sviluppo”. Questa la proposta lanciata a Raveo dall’assessore alla montagna Vittorio Caroli, e subito accolta anche dal vicepresidente pordenonese Alessandro Ciriani. “A questo proposito – ha aggiunto Caroli – credo sia scontato e doveroso che la Regione assuma la regia politica di un nuovo piano di sviluppo della montagna, delegando però la parte operativa alle province”. E a quanto pare le province di Udine e Pordenone sono pronte per gestire il rilancio del territorio montano: “E’ arrivato il momento di chiarire chi deve fare che cosa – ha dichiarato Renato Carlantoni –. Il patto siglato oggi con la Provincia di Pordenone è un segnale forte che non potrà essere sottovalutato dalla Regione e che potrà estendersi anche ad ambiti diversi dalla montagna, come ad esempio la realizzazione della Sequals – Gemona”.
Per Fabio D’Andrea, presidente del Consiglio provinciale di Udine, la scelta di Raveo quale sede dell’incontro è stata molto significativa, poiché “il piano di sviluppo deve essere condiviso da chi vive in montagna e deve essere integrato con i suggerimenti e le esigenze delle comunità locali”.
Il programma di sviluppo curato da Palazzo Belgrado è stato al centro dell’incontro di Raveo. Esso ha come obiettivo il coinvolgimento di tutti gli enti territoriali, con lo scopo di attuare un piano organico e pluriennale di interventi in montagna (lo stanziamento richiesto alla Regione è di 25 milioni di euro per dieci anni da attribuirsi alle province di Udine e Pordenone). Più risorse e più competenze per sviluppare l’economia, ridurre i costi della vita, migliorare le infrastrutture e le condizioni di vivibilità del territorio, potenziare le vie di comunicazione fisica, promuovere la crescita di un’imprenditoria locale, sviluppare le attività produttive (piccole industrie o artigianato) in quota e mantenere una rete di servizi commerciali nei piccoli centri a servizio delle famiglie