TOLMEZZO- Stasera l’attesissimo concerto dei Nomadi

Questa sera alle ore 20.45, nell’Area del Centro Studi di Tolmezzo (vicino al Palazzetto dello Sport di viale Aldo Moro), concerto dei Nomadi.
Con le loro canzoni secche, di denuncia e poesia, i Nomadi parlano al cuore da quattro decenni. 41 anni di carriera, 140 concerti l’anno, più di 5 milioni di dischi venduti, 170 fan club ufficiali sparpagliati lungo la penisola, dischi d’oro e di platino a ripetizione. Le cifre della storica formazione italiana parlano chiaro.
Da quel 13 giugno 1963 che li vide sul palco di Riccione per il loro primo concerto importante, sono successe davvero tante cose: l’incontro – datato 1966 – con l’allora sconosciuto Guccini da cui ebbe subito inizio la prolifica collaborazione, che portò a “Noi non ci saremo” e “Dio è morto” ; le partecipazioni a Canzonissima, Festivalbar e Festival di Sanremo che hanno prodotto le canzoni e gli album più cari ai loro fan (“Io vagabondo”, “Un giorno insieme”, “Canzoni d’oltremanica e d’oltreoceano”, “Tutto a posto”, “Gordon”, “Noi non ci saremo”)… per poi arrivare agli anni Ottanta e all’oblio. Ma se la memoria del pubblico era legata ancora alle produzioni discografiche di vent’anni prima, gli anni novanta si aprirono con nuovi entusiasmi e un sound generale fresco e d’attualità – grazie anche all’entrata di Cico Falzone alla chitarra e Daniele Campani alla batteria – come dimostrarono gli album “Solo Nomadi” (1990), “Gente come noi” (1991) premiato da oltre 100.000 copie vendute e un disco di platino, l’antologia “Ma noi no” (1992) che negli anni si è aggiudicata 4 dischi di platino, e il live celebrazione “Ma che film la vita”, valso 3 dischi di platino. Il 1992, però, è un anno di lutto per il gruppo. A maggio, in un incidente stradale, muore Dante Pergreffi, il bassista del gruppo dal 1984, e a ottobre, per malattia, il loro cantante, filosofo ed ispiratore, Augusto Daolio. La fine. Oppure no. Per mantenere viva la memoria, Carletti incita a nuove espressioni. Vengono coinvolti Danilo Sacco, voce e chitarra, Elisa Minari al basso e Francesco Gualerzi, voce e sax (questi ultimi lasceranno il gruppo, per motivi personali, nel 1998). I Nomadi divengono ancora più nomadi: Cile, Chiapas, Messico, Cuba, Mato Grosso, Amazzonia, India, Albania, Marocco, Thailandia, Vietnam, Cambogia, Palestina, Perù, Sud Dakota… vicini alle sofferenze e alle privazioni di tanti popoli un “S.O.S. con rabbia e con amore”, come spiega il titolo di CD e Home Video del 1999, rispettivamente contenenti 15 e 20 brani. Rabbia perché la solidarietà attivata con l’aiuto dei fan e delle associazioni di volontariato è poca cosa rispetto alle necessità, rabbia contro consumismo acritico ed indifferenza dilagante, contro chi ha il potere d’intervenire e se ne astiene. Amore perché un piccolo gesto diviene grande, spazza via l’egoismo, fa spazio alla condivisione, permette di sperare. Negli anni i Nomadi si prestano per dialogare, per convogliare aiuti laddove ce n’è più bisogno. Con concerti e royalties hanno contribuito a costruire case d’accoglienza, orfanotrofi e scuole riscotendo il plauso del Papa come del Dalai Lama.
Dai loro viaggi sono nati i nuovi album. “La Settima Onda” del 1995 è il primo veramente senza Augusto. Forte, accattivante e vicino ai temi della gente si conquista oltre 150.000 copie. Nel 1996 è la volta di “Quando ci sarai”, all’avanguardia per sonorità ed invenzioni musicali eppure fedele alla tradizione del gruppo. Nel 1997 “Le strade, gli amici, il concerto”, un doppio CD live con i brani più significativi della loro carriera, dagli storici “Ho difeso il mio amore”, “Canzone per un’amica”, “Dio è morto”, “Crescerai”, “Io vagabondo”, ai più recenti “La settima onda”, “Il vento del nord”, “Né gioia né dolore”, ai meno conosciuti, ma cari ai fan, “Gordon”, “Senza patria”, “Ricordati di Chico”. Nel 1998 l’album di inediti “Una storia da raccontare” ed ancora inediti per “Liberi di volare” del 2000. L’album “Nomadi 40” del 2003 festeggia i 40 anni di carriera.