TOLMEZZO- Verso una gestione unica del ciclo integrato acque

“Le amministrazioni comunali del territorio condividono la necessità di superare la frammentazione esistente nella gestione del ciclo integrato delle acque e hanno dato sostanziale approvazione per l’individuazione di un unico soggetto in grado di unificare tali servizi”. A sostenerlo è Lino Not, presidente della Comunità Montana della Carnia che, nei giorni scorsi, ha incontrato, a Enemonzo, insieme all’assessore Tomaciello e ai due ingegneri della Comunità Montana De Antoni e Tramontini, le amministrazioni dei Comuni di Ampezzo, Socchieve, Raveo, Enemonzo e Villa Santina ed ha in programma, per mercoledì 22 dicembre, una riunione, a Paluzza, con i primi cittadini dei Comuni della Valle del But. Fra i temi oggetto degli incontri rientra la riorganizzazione degli strumenti di gestione del ciclo integrato delle acque a favore di un unico soggetto, la cui proposta è stata recentemente approvata dal consiglio della Comunità Montana della Carnia, che ha delegato al presidente Not il compito di consultare le varie amministrazioni comunali per giungere ad una risoluzione ampiamente condivisa. Attualmente, infatti, i sistemi di approvvigionamento dell’area montana sono gestiti dai singoli Comuni o dai tre acquedotti consortili “Valle But”, “Seazza” e “Chialada”. “Si tratta di interventi – prosegue Not – già identificati dalla “legge Galli”, che disciplina la tutela e l’uso delle risorse idriche e impone l’organizzazione di un “servizio idrico integrato”, e che si rendono necessari anche per la reale necessità di riorganizzare il comparto per poter disporre di un soggetto responsabile in grado di gestire efficacemente i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione delle acque reflue. Non solo, identificare un unico soggetto responsabile, operante sul territorio, permetterebbe alla zona montana di gestire in maniera autonoma il proprio patrimonio idrico”. Fra le società individuate come possibili gestori si fa sempre più concreta la proposta di Carniacqua Spa, società di cui fanno parte anche la Comunità Montana della Carnia e quella del Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale, oltre al Bim del Tagliamento e a diversi Comuni dell’Alto Friuli. “In attesa di sentire il parere di tutti i soggetti interessati – afferma ancora il presidente Not – abbiamo già concordato un piano di lavoro che interessi i Comuni che usufruiscono delle sorgenti “Seazza” e “Chialada” affinché, durante il periodo di transizione, i servizi vengano erogati con efficienza. Ad occuparsene sarà proprio la Comunità Montana, che si avvarrà della collaborazione di tutti i Comuni nell’ottica di un’attività sinergica che andrà a beneficio dell’intero territorio montano”.