GEMONA- Sabato convegno su Islam e Occidente

Dal tragico crollo delle Twin Towers si fa un gran parlare di scontro di civiltà. Ma qual è l’origine di questo scontro? E soprattutto di che genere di “scontro” si tratta? E quali le possibili strategie per gestirlo? A queste ed altre domande cercherà di rispondere il convegno “Islam e Occidente. Scontro di civiltà o civiltà dell’incontro” in programma sabato 12 marzo alle ore 17.00 presso il centro parrocchiale Glemonensis di Gemona.
All’incontro interverranno Khaled Fouad Allam, editorialista de “la Repubblica” e docente all’Università di Trieste e di Urbino; Aluisi Tosolini, docente presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Piacenza ed studioso di tematiche interculturali. Ci sarà anche uno spazio di testimonianza con Omar Mohamed Rawnak, donna curda irachena, ospite del Centro di accoglienza e di promozione culturale “E. Balducci” di Zugliano. Farà da moderatore la direttrice di Radio Spazio 103 Antonella Lanfrit.
Si tratta di un’occasione di confronto per riflettere in termini molto concreti su un tema rispetto al quale troppo spesso ci si schiera in modo ideologico, ignorando le vie di risoluzione reali: con questo spirito il convegno è stato ideato ed organizzato da Caritas diocesana di Udine e Parrocchia S.Maria Assunta di Gemona, con la collaborazione di AGESCI, Comitato di Zona di Udine, Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale “E. Balducci”, Coordinamento delle Associazioni Culturali e di Volontariato Sociale di Gemona, Gruppo Obiettori di Coscienza della Caritas, Pastorale Giovanile Diocesana, Ufficio scuola diocesano.
L’iniziativa si inserisce in un percorso, iniziato tre anni fa, che ha come slogan “Tra guerra e pace, la via della nonviolenza” e che intende mettere al centro della riflessione la nonviolenza attiva, tema pressoché scomparso dall’agenda della politica e dalle prime pagine dei mass media.
Quella della nonviolenza è una proposta di strategia riflessiva, dialogante, perseverante per sfuggire a banali stigmatizzazioni dell’altro, come “terza via” concreta tra utopico e passivo pacifismo e logica della guerra e dell’uso senza limiti della forza.
Accanto al convegno è stato attivato, a partire dal mese di febbraio, un corso rivolto ad insegnanti, educatori, animatori parrocchiali e a quanti altri sono coinvolti nel mondo dell’educazione dal titolo “La gestione del conflitto per adulti che educano”. Il corso, curato dal Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza, si propone come occasione di apprendimento rispetto alle competenze relative all’osservazione, analisi e gestione di conflitti all’interno di contesti di lavoro con particolare riferimento alle situazioni educative e di aiuto.
L’ipotesi formativa del Corso è che il conflitto non è un incidente di percorso ma struttura e trasforma le interazioni e che la soluzione del conflitto sta nell’assumere un compito, una responsabilità. Ogni conflitto è una risorsa e ha una risposta particolare: non esistono risposte standardizzate, ogni conflitto ha il suo compito; ogni conflitto ci dà un compito maieutico e sta alle persone in relazione scoprirlo, rispettarlo e viverlo come riorganizzazione e come apprendimento significativo.