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104 candeline per il partigiano carnico Romano Marchetti

In occasione del 104° compleanno il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali tramite l’Ordine territoriale del Friuli Venezia Giulia alla presenza del Presidente dott.ssa Monica Cairoli, del Segretario dott. Daniele Peresson e di alcuni colleghi ha conferito al dottore agronomo Romano Marchetti l’onorificenza per i 75 anni di iscrizione all’Ordine.

Alla cerimonia, tenutasi a Tolmezzo presso l’abitazione dell’iscritto, ha partecipato anche una delegazione dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Francesco Brollo, con il  Vice-Sindaco Simona Scarsini e l’Assessore alla cultura Marco Craighero.

Per il Presidente Cairoli “è stato un onore consegnare questo riconoscimento al collega per la longevità della carriera professionale – unico in Italia con 75 anni di iscrizione – testimonianza di passione per il proprio lavoro ed esempio di dedizione e senso di appartenenza all’Ordine.” ” Mi auguro – continua il Presidente – che la figura del dott. Marchetti funga da stimolo per tutti i colleghi e per i giovani che si avvicineranno a questa appassionante professione.

Nato a Maiaso in Comune di Enemonzo il 26.01.1913 – maturità scientifica ad Udine, dottore in agraria (laureatosi a Firenze nel 1935) specializzato in agricoltura tropicale, si iscrisse all’ordine
dei Dottori Agronomi nel 1942.

Nella seconda metà degli anni ’30 in Somalia trova lavoro prima come esperto presso la “Regia Azienda Monopolio Banane”, poi come libero professionista agrimensore, infine presso l’Azienda di Rodolfo Graziani.

In guerra fu ufficiale degli alpini sul Golico e uno dei primi organizzatori della resistenza osovana in Carnia. L’ultimo periodo, prima della caduta del regime, trasferito a Prestrane, diresse un gruppo di soldati che avevano il compito di svolgere lavori in agricoltura.

Al suo rientro si scontra con le difficoltà del dopoguerra. Vive la sua esperienza lavorativa presso vari ispettorati provinciali dell’Agricoltura, tra cui quello trevisano.

Da sempre partecipe alle ‘sorti’ della sua terra, la Carnia, ha dato contributi di analisi e proposta, soprattutto in tema di agricoltura ed economia montana.

Si è sempre ‘battuto’ per il mantenimento di servizi e presidi in montagna. Da ricordare la proposta, poi attuata dalla Comunità montana della Carnia di istituire una sede estiva dell’Università di Trieste (la Baita) presso il Passo Pura ad Ampezzo; un luogo dove sono passati centinaia di novelli geologi e naturalisti anche di altre università italiane e straniere.

Ha svolto a lungo la professione di insegnante e in un’intervista in cui gli è stato chiesto – quale suggerimento darebbe, guardando alla sua esperienza, a degli studenti di 18/19 anni che vivono
ormai proiettati nel terzo millenio – la sua risposta è stata : “Non mi sento di dare suggerimenti a nessuno. Conosco i miei difetti, so che tutto quello in cui credo non sempre sono stato in grado di realizzarlo. Al massimo potrei dirvi questo: cercate di essere moralmente a posto nei limiti che il vostro coraggio vi consente.”