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Unioni intercomunali, oggi l’udienza del Tar a Trieste

Si terrà oggi a Trieste l’udienza al Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale, sul maxi-ricorso anti-Unioni presentato da 56 amministrazioni comunali del Friuli Venezia Giulia. Nel frattempo ieri è proseguito il tour della presidente Serracchiani in altri due ambiti.

L’INCONTRO IN COLLINARE 

“Per la storia ultraquarantennale che ha alle spalle questo territorio, senza alcuna polemica e rispettando tutte le legittime posizioni, resta comunque difficile capire perché proprio qui permangano perplessità a aderire alle Uti, nelle quali le funzioni aggregate sono molto minori di quelle già previste nel consorzio della Comunità collinare: sono certa però che l’esito sui ricorsi, il lavoro del tavolo tecnico e politico, le modifiche già apportate alla legge di riforma, ci permetteranno di trovare un punto di equilibrio che finora non è stato raggiunto”. Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani nel corso dell’incontro che ha avuto nel castello di Colloredo con i sindaci della costituenda Unione territoriale intercomunale (Uti) Collinare, assieme all’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin, al presidente della V Commissione consiliare Vincenzo Martines e alla presenza dei consiglieri regionali Vittorino Boem e Enio Agnola.

incontro uti collinare seracchianiAlla riunione erano rappresentate tutte le quindici Amministrazioni comunali dell’Assemblea del Consorzio della Comunità collinare – Buja, Coseano, Colloredo di Montalbano, Dignano, Fagagna, Flaibano, Forgaria nel Friuli, Majano, Moruzzo, Osoppo, Ragogna, Rive D’Arcano, San Daniele, San Vito di Fagagna, Treppo Grande – e l’incontro è stato introdotto dal presidente del Cda del Consorzio, Giambattista Turridano. E’ stato Valerio Del Negro, sindaco di Coseano e presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio, a ricordare che la situazione del pronunciamento dei 15 Consigli comunali in merito all’approvazione dello statuto e della trasformazione in Uti del Consorzio è di 7 favorevoli, 7 contrari e di un Consiglio (Colloredo) che non ha espresso voto.

Serracchiani ha evidenziato che auspicabilmente nella prima metà di aprile il Tribunale amministrativo regionale dovrebbe emettere la sentenza sui ricorsi dei sindaci “dissidenti” (nella Collinare sono i Comuni di Buia, Forgaria e San Vito di Fagagna). “A prescindere da quale sarà l’esito, confermo la volontà della Regione a lavorare sul tavolo tecnico-politico per continuare l’attuazione della riforma, trovando dove possibile una mediazione”. Serracchiani e Panontin hanno ricordato che il tavolo politico aperto con Anci FVG, Uncem, capigruppo in Consiglio regionale e sindaci, sia dei Comuni che hanno approvato lo Statuto dell’Uti sia di quelli che non lo hanno approvato, “avrà il compito di trovare una mediazione, sui temi del fondo di perequazione e sulla tipologia e tempistica delle funzioni”.

Dopo avere ascoltato le perplessità esposte da alcuni sindaci, Serracchiani ha ribadito la “più ampia disponibilità a capire e approfondire le problematiche che ostano all’adesione alle Uti” e ha proposto che all’interno del tavolo tecnico, a cui la Regione parteciperà con funzionari degli Enti locali, del Personale e della Finanza locale, e aperto ai Comuni che hanno già costituito le Uti in vista dell’1 luglio – quando partirà la gestione aggregata di alcune funzioni – sia presente anche un rappresentante del Consorzio della Comunità collinare. In merito alla questione puntuale dell’indennità da riconoscere al presidente dell’Unione, ha risposto l’assessore Panontin.

“Sarebbe corretto che il sindaco presidente dell’Unione potesse beneficiare di un’indennità per gestire questo ruolo, ma prevederlo in norma avrebbe potuto esporre ad una impugnativa del Governo, trovandoci nell’ambito del coordinamento della finanza pubblica e del contenimento della spesa”, ha spiegato l’assessore, mostrando apertura – “nella legge di riforma della finanza locale regionale è previsto che con regolamento si vada a definire l’indennità degli amministratori locali: in quella sede probabilmente potremo apportare dei correttivi – ma chiedendo un patto politico. “Maggioranza e minoranze devono essere d’accordo, senza dare il fianco a speculazioni”.

INCONTRO UTI VAL CANALE

Trovare soluzioni condivise e affrontare gli elementi che dividono. Questo è in sintesi l’appello della presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ai sindaci della costituenda Uti Canal del Ferro-Val Canale incontrati, martedì, nella sala consiliare del municipio di Pontebba assieme all’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin e al presidente della V Commissione consiliare, Vincenzo Martines. Riunioni volte ad illustrare i prossimi passi per la costituzione delle Uti (Unioni territoriali intercomunali) alla luce anche delle modifiche alla legge regionale 26/2014, “Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative”, e delle novità intervenute con la legge regionale 136 approvata dal Consiglio regionale.

incontro uti val fella“In questo territorio – ha indicato Serracchiani – partiranno solo tre Comuni (Malborghetto, Pontebba e Resiutta su otto complessivi) ma invito tutti i sindaci ad incontrarsi per ragionare sui punti che li dividono anche perché il ragionamento sulle funzioni compete a loro e hanno una grande responsabilità”. Secondo la presidente, nel tavolo politico, avviato di recente, ci possono essere delle mediazioni ma è altresì importante che i sindaci si confrontino per cercare di trovare le soluzioni per uno statuto condiviso, soprattutto a vantaggio dei cittadini. Una difficoltà di confronto messa in evidenza dal sindaco di Pontebba Ivan Buzzi, con i Comuni ricorrenti: “il bacino in cui insistono i tre Comuni conta 2.500 abitanti e sono limitativi per dare corso ad un’operazione così strategica e importante, soprattutto tenendo conto che ci dovremo fare carico del personale della Comunità montana; le difficoltà si superano se c’è la volontà – ha sottolineato – e noi sindaci dobbiamo rimetterci attorno ad un tavolo per trovare le risposte migliori da dare alla nostra gente”.

All’incontro erano presenti anche il primo cittadino di Tarvisio Renato Carlantoni, di Dogna Gianfranco Sonego, di Chiusaforte Fabrizio Fuccaro, di Resia Sergio Chinese, di Resiutta Francesco Nesich, di Malborghetto-Valbruna Boris Peschern e la vice sindaco di Moggio Udinese Annalisa Di Lenardo. Panontin ha sottolineato che nella costituenda Uti si contano meno di undicimila abitanti per otto comuni e “la partenza con solo tre enti è un elemento di debolezza ma la Regione accompagnerà questa difficoltà iniziale, confidando che le posizioni possano essere riviste”. Panontin ha puntualizzato sul tema delle funzioni precisando che “su questo territorio le funzioni che chiediamo di realizzare nell’Unione si fanno già in forma associata: le Unioni sono una scelta politica complessiva per dare stabilità alla struttura sovracomunale. Se si mettono da parte le contrapposizioni, questo territorio potrà ottenere un risultato concreto a beneficio dei cittadini perché – ha ricordato – la riforma, la riorganizzazione del sistema degli enti locali è fatta proprio per i migliorare i servizi ai cittadini”.

Nella riunione sono state ricordate la costituzione del tavolo politico e dei tavoli tecnici e sono state descritte le principali novità fra cui il differimento di alcuni termini previsti dalla 26/2014 per determinati adempimenti. In particolare è stato ricordato che il termine previsto per la costituzione delle Uti è spostato al 15 aprile 2016. Anche la decorrenza dell’esercizio delle funzioni comunali in forma associata tramite l’Unione o avvalendosi della stessa, secondo quanto previsto rispettivamente dagli articoli 26 e 27, è spostata all’1 luglio 2016, in modo da conservare un opportuno lasso di tempo tra la costituzione delle Uti e l’effettiva operatività delle stesse. Sui finanziamenti, Panontin ha precisato che la quota del fondo di perequazione del trasferimento transitorio comunale sia concessa ed erogata a decorrere dall’anno 2016 a favore dei Comuni che hanno deliberato l’approvazione dello statuto entro il 15 aprile 2016 e, dall’anno successivo a quello di ingresso in Uti, per tutti gli enti che deliberano lo statuto dopo quella data.

Sempre sul fondo perequativo – che sarà ripartito tra tutti i Comuni, ma assegnato solo a favore di quelli che “entrano” in Uti entro la metà di aprile – per il solo 2016, “l’ammontare – ha precisato Panontin – è ridotto, passando da circa il 15 per cento del fondo complessivo comunale a circa il 7,5 per cento: nello specifico da 50.738.196,02 a 26.461.487,88″. Infine la presidente Serracchiani si è soffermata sul tema dei ricorsi spiegando “senza polemica ma per dovere di cronaca” che la Regione aveva rinunciato ai propri termini a difesa e a depositare una memoria pur di avere una soluzione in tempi ravvicinati, ma la controparte non ha accettato. “Sulla vicenda giudiziaria – ha detto – forse si poteva evitare di arrivare fino qui, anche se è legittimo rivolgersi ad un giudice, e ottenere risposte molto tempo prima”.