Un timbro per la storia: l’Italia restituisce all’Ecuador una preziosa pintadera precolombiana
Il 29 maggio 2025, a Roma, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine hanno riconsegnato all’Ambasciatore della Repubblica dell’Ecuador in Italia un sigillo in terracotta, denominata “pintadera”, risalente a un periodo ricompreso tra il IV sec. a.C. e il XVI sec d.C., di piccole dimensioni ma perfettamente conservato, con il fine di reintegrarlo nel patrimonio culturale ecuadoriano.
Il bene archeologico, di forma cilindrica e con impressa l’incisione zoomorfa di un felino, corrisponde a un odierno timbro. Intinta in colori vegetali e fatta scorrere, la pintadera marchiava o decorava oggetti vari in terracotta.
L’attività d’indagine, avviata già dal mese di gennaio del 2024 e scaturita dal monitoraggio dei siti di e-commerce per reprimere i reati relativi alla vendita di beni culturali illecitamente detenuti, ha permesso ai militari di localizzare il fossile nell’abitazione di un privato cittadino di Pordenone.
Compresa la natura sensibile dell’oggetto e informata celermente la competente Autorità Giudiziaria, il bene è stato sequestrato in esecuzione di uno decreto, operazione che ha permesso di evitare ulteriori alienazioni, tipiche dei beni in commercio sul web, o la sua dispersione.
Le successive indagini, condotte con l’ausilio di esperti dell’Università degli Studi “Alma Mater” di Bologna e con l’Istituto Nazionale del Patrimonio Culturale Ecuadoriano, hanno confermato i sospetti dei militari, evidenziando la matrice culturale della pintadera, accostabile alla produzione “Jama Coaque” (civiltà sviluppatasi a nord del Paese, sulla costa dell’Oceano Pacifico) e la sua incontrovertibile provenienza dall’Ecuador, così come il divieto di esportare quel tipo di beni senza le previste autorizzazioni ministeriali. In funzione delle dettagliate informazioni acquisite, l’Autorità diplomatica dell’Ecuador sul territorio italiano ne ha rivendicato l’appartenenza al proprio patrimonio culturale richiedendone la restituzione.
Il cittadino che aveva pubblicizzato per la vendita il bene sul web, ignaro delle specifiche tutele di legge che l’Ecuador, sin dal 1911, applica al proprio patrimonio archeologico, l’aveva ricevuto in regalo da un conoscente. In considerazione della riconosciuta buona fede del possessore e dell’impossibilità di risalire ulteriormente alla c.d. catena di ricettazione, la competente Procura della Repubblica di Gorizia, in virtù anche dell’assenza di documentazione idonea a comprovare la lecita esportazione del bene dall’Ecuador, ne ha disposto la riconsegna in favore di quello Stato.
La restituzione, accolta con soddisfazione e gratitudine dalle Autorità diplomatiche ecuadoriane in Italia, si inserisce in un più ampio contesto di fruttuosa cooperazione internazionale e ricade proprio nell’anniversario che celebra i 125 anni dell’Ambasciata dell’Ecuador in Italia e delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
Grazie al brillante risultato dell’operazione condotta dai militari di Udine, questa antichissima testimonianza precolombiana – integra e perfettamente conservata – verrà rimpatriata nel Paese al quale appartiene, al fine di essere correttamente ricontestualizzata, a testimonianza di come, anche a distanza di moltissimi anni, la sensibilità e la professionalità di questa specialità dell’Arma dei Carabinieri riesca a riportare nel territorio di origine ciò che è stato illecitamente sottratto a danno di Paesi esteri, evidenziando il valore universale della cultura che rappresenta un vero e proprio ponte tra i popoli.