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Un libro-guida per scoprire la mostra “Quando Pramollo stava all’equatore”

Sabato 8 luglio alle ore 18 nella sala del consiglio comunale di Pontebba, si terrà la presentazione del libro-guida “Ti mostro la mostra”, relativo alla mostra permanente “Quando Pramollo stava all’equatore” curato da Corrado Venturini, docente di Geologia all’Università di Bologna.
Sarà anche l’occasione per presentare, con il direttore del Museo friulano di storia naturale Giuseppe Muscio, il progetto “Le Alpi Carniche ed il loro Geoparco Transfrontaliero”, recentemente finanziato da fondi Interreg Italia Austria.

Quando Pramollo stava all’equatore” non è una semplice mostra. E’ un viaggio nel tempo che porta il visitatore indietro di 300 Milioni di anni, verso la fine dell’Era Paleozoica, nel lontano Periodo Carbonifero. La destinazione del viaggio spazio-temporale è la zona di Passo Pramollo, a nord di Pontebba, nel cuore delle Alpi Carniche. Oggi Pramollo è collocato a cavallo tra Italia ed Austria, ma 300 Milioni di anni fa si affacciava su un enorme golfo di un altrettanto immenso oceano. Gli passava accanto la linea dell’Equatore e l’emisfero australe del tempo risultava coperto da una vasta calotta glaciale. I ghiacci si contraevano ed espandevano, modificando il livello dei mari e spostando le linee di costa. Nel lontanissimo Carbonifero, Pramollo occupava una fascia tra la terra e il mare. C’erano le piante, ma ancora senza fiori, il primo dinosauro non era ancora comparso e le Alpi si sarebbero sollevate moltissimo tempo dopo. La cittadina di Pontebba è stata scelta come sede di questa esposizione perché da qui, nel Carbonifero, si poteva ammirare il grande delta fluviale di Pramollo che sfociava in mare, e sempre da qui oggi, in solo mezz’ora, si possono raggiungere quegli antichissimi depositi trasformati in rocce ricche di testimonianze. Nella mostra si trovano spettacolari reperti fossili, capaci di riportare alla luce un ecosistema di 300 Milioni di anni fa; pannelli espositivi di grande formato in grado di spiegare senza complicare, di raccontare senza annoiare, con tante immagini, testi sintetici e grafica coinvolgente; spazi multimediali nei quali la realtà aumentata, la realtà interattiva e le ricostruzioni dinamiche in 3D degli antichissimi ambienti e degli organismi che li popolavano proiettano il visitatore in un passato da sogno. Organismi grandi, come l’Anfibio Fabio (un parente stretto di Eryops!) che viveva tra stupefacenti piante equatoriali, e organismi più piccoli, come gli inquietanti trilobiti, i diffusi brachiopodi, gli evanescenti briozoi, le… affusolate fusuline, le onnipresenti alghe “vestite di roccia” e tanti altri. Il percorso della mostra si sviluppa in tre ambienti successivi: la Sala del Territorio, la Sala del Viaggio Temporale e, a conclusione, l’Antro delle Sensazioni.

Nella Sala del Territorio è rappresentata l’evoluzione del settore di Pramollo durante il trascorrere del tempo geologico. Sono illustrate le ragioni dell’alternarsi ripetuto di strati marini e terrestri e delle meraviglie fossili che essi racchiudono. Il visitatore potrà sperimentare l’uso diretto degli strumenti digitali dei paleontologi. In una postazione dedicata ai cambiamenti climatici del Carbonifero, il visitatore potrà impostare la temperatura globale, osservando in tempo reale gli effetti sull’innalzamento del livello marino.

Nella Sala del Viaggio Temporale il visitatore attraverserà gli scenari del Periodo Carbonifero. Si ritroverà ai tempi in cui Pramollo non era ancora una fila di montagne come oggi ci appare, ma un delta fluviale – a tratti coperto da boschi – le cui ghiaie e sabbie sfociavano in un mare brulicante di vita. Le strategie utilizzate contemplano affreschi paleontologici e scenari preistorici interattivi popolati di anfibi giganti, scorpioni di mare, trilobiti e squali che reagiscono ai movimenti dei visitatori. Per gli organismi di ridotte dimensioni saranno i microscopi digitali, azionati dagli stessi visitatori, a proiettarne le macrovisioni.

Il ridotto spazio della saletta l’Antro della Sensazioni favorisce una immersione sensoriale totale negli ambienti che caratterizzavano il settore di Pramollo durante il Carbonifero superiore. In essa, le proiezioni dinamiche, in contemporanea su tutte le pareti, ricreano i panorami e gli ambienti del tempo. Il visitatore interagirà con essi e con gli antichi organismi grazie al movimento del proprio corpo (motion sensing), e senza l’ausilio di periferiche fisiche. Sarà questa l’ultima delle emozioni trasmesse dal percorso della mostra, strutturato in un crescendo di multimedialità e di sensazioni percettive.