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Tessitura Carnica, l’assessore Fvg Bini a Villa Santina per incontrare proprietà e amministratori

La Regione è accanto ai titolari e alle maestranze della Tessitura Carnica, lo storico stabilimento di Villa Santina devastato da un incendio, che rappresenta un frammento della tradizione imprenditoriale della montagna friulana sviluppata da Jacopo Linussio, ed è un simbolo della capacità di innovare delle genti della Carnia. Un’azienda, che per decenni aveva dato lavoro a migliaia di famiglie del territorio.

È quanto evidenziato nel corso di un incontro, a Villa Santina, dall’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini nel corso di un incontro con il Comune (con il sindaco Domenico Giatti), i rappresentanti delle categorie economiche della Carnia e di Bepi Tonon, titolare dell’azienda interessata dal rogo.

Tra le ipotesi avanzate, quella di individuare una collocazione provvisoria dello stabilimento, sempre nel Tolmezzino, per consentirne il riavvio e permettere all’azienda di mantenere la clientela internazionale già acquisita nel tempo. L’obiettivo è anche quello di salvaguardare la prosecuzione di una tradizione locale che è una delle note distintive dell’arte dei mestieri della montagna friulana e dell’intero Friuli Venezia Giulia.

La Regione ha voluto essere presente sul posto fin dalle prime ore successive al devastante incendio, per testimoniare l’attenzione del Friuli Venezia Giulia rispetto alla volontà dell’imprenditore di riprendere a breve l’attività, anche per non disperdere un patrimonio che fa parte della storia e della cultura del territorio della Carnia e dell’intera regione.

La presenza dell’esponente dell’esecutivo è servita anche per ricordare le iniziative messe in campo dalla Regione a dell’economia. Nell’occasione è stato ribadito che la disponibilità dei fondi previsti dalla Ue per gli interventi a ristoro dei danni causati dal COV19, e di quelli che saranno predisposti dalla nuova Programmazione comunitaria, non potranno che rappresentare l’occasione per ripensare le strategie economiche del Paese, come del Friuli Venezia Giulia.

Questi fondi potranno consentire anche alla realtà locale di riposizionarsi su modelli di competitività che l’hanno fatta affermare dopo un altro periodo difficile per questa terra, qual’è stato quello successivo al terremoto del 1976.

Accanto a ciò, è stato ricordato che la Regione sta ridefinendo una legge, “Sviluppoimpresa” che, se non fosse intervenuta la pandemia, avrebbe potuto già essere messa a disposizione del tessuto economico-produttivo del Friuli Venezia Giulia. Norma che dovrà essere ripensata, riproposta e aggiornata rispetto al nuovo quadro socio-economico. Ma non potrà che prevedere misure rivolte alle categorie economiche a rischio, o che comunque necessitano di un impulso verso nuovi percorsi di crescita e sviluppo, a vantaggio di soggetti che la Regione non mancherà di individuare assieme alle categorie economiche come ha fatto oggi con la Tessitura carnica, riunendo a un tavolo tutte le componenti interessate.

Tra le azioni possibili per il rilancio dell’economia della montagna figura anche un nuovo assetto dei Consorzi industriali, perché siano sempre più in grado di stare al fianco di coloro che intendono investire in nuova imprenditorialità o mantenere la competitività delle loro aziende.