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Tarvisio apripista per un nuovo modello di accoglienza dei minori stranieri

Anci FVG guarda con favore e appoggia il progetto MSNA (minori stranieri non accompagnati), un sistema innovativo di accoglienza dei minori non accompagnati promosso dal comune di Tarvisio (capofila quanto principale intercettatore dei flussi), provincia di Udine e comune di Pordenone.

“Si tratta di un sistema che affronta in modo sostenibile un’importante emergenza legata a quella del flusso dei migranti – commenta il presidente di Anci Mario Pezzettail prossimo passo potrebbe essere quello di organizzare uno schema operativo sulla base dell’esperienza di Tarvisio da poter applicare a tutti comuni, prima di tutti quelli che hanno la maggiore incidenza di minori non accompagnati come Trieste, Gorizia, Cividale.”

Il progetto presentato ieri al Comitato Esecutivo di Anci FVG dal sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni e da Felice Cavallini si basa su diverse fasi e obiettivi: accoglienza diffusa, riduzione dei costi e accoglienza restitutiva.

“Se Anci si impegna a sostenere un progetto come questo che supporta i comuni a fronteggiare l’emergenza nell’emergenza, è fondamentale che ci sia anche la collaborazione a monte delle prefetture, senza imposizioni all’accoglienza e nel rispetto delle quote migranti per abitante (secondo l’Accordo Anci – Viminale)” ribadisce Pezzetta.

I numeri del comune di Tarvisio in materia di minori non accompagnati sono notevoli: negli ultimi 8 anni il comune (che conta 4.300 abitanti) ha garantito 40mila giorni di accoglienza per 935 minori in diverse strutture sul territorio e nello stesso periodo ha erogato 3.030.158 euro di rette giornaliere.

La prima fase del nuovo progetto MSNA comprende un’accoglienza primaria in una struttura regionale attrezzata per gestire i minori nel primo percorso di inclusione (formazione linguistica di base, analisi delle competenze e delle fragilità dei singoli, predisposizione condivisa di un piano di sviluppo e di formazione). Dopo questa primissima accoglienza, i minori sono collocati in piccoli gruppi (abitazioni con massimo 10 unità) diffusi sul territorio regionale in base a disponibilità e grandezza dei comuni e sulla base del progetto formativo o lavorativo individuato.

Tale organizzazione garantisce dei costi sensibilmente inferiori rispetto a quelli attualmente sostenuti, almeno del 15-20% in meno: ciò perché il progetto si basa sull’analisi dei costi reali e su costi unitari standard per le principali tipologie di spesa.

Durante la permanenza del minore, si ricercano in Europa e nei paesi d’origine i familiari al fine di favorire un avvicinamento ai parenti o un eventuale rientro volontario nei territori d’origine con il sostegno del bagaglio professionale acquisito. Questo è l’obiettivo dell’accoglienza restitutiva che, una volta compiuta la maggiore età, sostiene l’autonomia e la positiva inclusione nel tessuto sociale, nuovo o di origine.