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Studio sulla bonifica dei terreni inquinati di Cave del Predil con la tecnica del phytocapping

La Regione finanzierà la realizzazione di uno studio dell’Università di Udine sulla bonifica dei terreni inquinati di Cave del Predil con la tecnica del phytocapping, che prevede la posa di piante in grado di isolare e assorbire gli agenti chimici presenti nel sottosuolo.

L’iniziativa, finanziata con 60mila euro (28.250 euro nel 2019 e 31.750 euro nel 2020), sarà attuata nel ex sito estrattivo della miniera di Raibl a Cave del Predil e si inserisce nell’ampia azione di bonifica dell’area avviata dalla Regione, per la quale sono stati stanziati complessivamente 19 milioni di euro.

Secondo l’assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro, il provvedimento approvato dall’Esecutivo “è coerente con la strategia Europa 2020, nell’ambito della quale la Regione intende perseguire una crescita intelligente, attraverso una strategia che ne valorizzi lo sviluppo sostenibile e la green economy”.

Le rilevazioni effettuate a maggio 2018 nelle acque sotterranee sottostanti l’area dei bacini di sedimentazione della miniera hanno infatti evidenziato concentrazioni di tallio, metallo pesante e altamente tossico, e di piombo derivanti dall’attività estrattiva.

Prima della sua chiusura, la miniera di Raibl generava circa 150mila tonnellate all’anno di rifiuti derivanti dalle lavorazioni dei minerali estratti (costituite per lo più da sabbia e limo) che a partire dai primi Anni Settanta venivano immesse nei bacini di decantazione a circa 2,4 chilometri a valle del Lago del Predil, nella stretta valle del Torrente Rio del Lago, di cui interessano parzialmente l’alveo sulla sponda sinistra, mentre in precedenza venivano scaricate direttamente nel torrente.

In merito, l’assessore ha spiegato che “il phytocapping è una tecnologia alternativa al ricorso all’argilla e ai materiali geosintetici che consente di isolare gli agenti inquinanti tramite la posa di vegetazione. Gli alberi e le piante utilizzate riducono l’infiltrazione delle acque meteoriche, consolidano il terreno e lo proteggono dall’erosione”.

Nell’area sono già stati realizzati degli interventi, tra cui la copertura dei bacini 3 e 4 ed è stata approvata l’attuazione di azioni di miglioramento della regimazione delle acque provenienti dai canali che scendono verso i bacini dal Monte Re. Inoltre, nel 2017 è stata completata la realizzazione lungo il Rio del Lago di un argine di contenimento delle scorie nei bacini che ne impedisce la dispersione nel fiume.

Scoccimarro ha quindi evidenziato che “nella zona della miniera a cielo aperto sopra il canalone Andrea è però necessario attuare azioni di prevenzione per evitare il dilavamento dei sedimenti contenenti tallio verso il Rio del Lago ed è proprio in tale contesto che le tecniche di phytocapping si rivelano particolarmente utili”.