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Nuovo stop della Camera al ritorno di Sappada in Friuli

Improvviso stop alla Camera della legge per il distacco di Sappada dal Veneto e l’aggregazione al Friuli, giunta all’ultimo passaggio. Il relatore Andrea Mazziotti ha annunciato nel tardo pomeriggio di ieri in Aula che è giunta la lettera del presidente del Consiglio regionale veneto, Ciambetti, in cui si annuncia che manca il necessario parere del Consiglio Regionale. L’esame della legge è stato aggiornato a martedì prossimo per consentire alla presidente Laura Boldrini di verificare i fatti.

sfilata per le vie di Sappada

Il referendum sul distacco del Comune di Sappada dalla Regione del Veneto e aggregazione alla Regione Friuli Venezia Giulia – scrive Ciambetti nella lettera che l’ANSA ha visionato – si è in realtà svolto nell’ormai lontano 2008. Da allora non è giunta a questo Consiglio alcuna richiesta di esprimere parere ai sensi dell’articolo 132, comma 2 della Costituzione. Apprendo ora che il procedimento ha ripreso corso e, se ho ben compreso, è addirittura avviato a veloce conclusione”. “Pur non intendendo entrare nel merito delle decisioni che gli onorevoli deputati intenderanno prendere – prosegue Ciambetti – desidero tuttavia rappresentare, all’insegna del principio di leale collaborazione, il fatto che il Consiglio regionale del Veneto non ha mai espresso sul punto il parere che l’articolo 132, comma 2 della Costituzione prescrive. Sono ovviamente a conoscenza del fatto che nel 2012 venne adottata da questo Consiglio una mozione inerente tale argomento. Ma di mera mozione si trattò”, conclude Ciambetti.

Per Gian Luigi Gigli, capogruppo di ‘Democrazia Solidale – Centro Democratico’ in Commissione Affari Costituzionali della Camera, “il tentativo del Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, di far naufragare a un passo dalla conclusione la proposta di legge per il ritorno di Sappada al Friuli appare patetico oltre che intempestivo”. “Nella lettera inviata alla Presidente Boldrini – afferma Gigli – Ciambetti trascura di dire che la mozione di iniziativa consiliare fu approvata quasi unanimemente dal Consiglio Regionale del Veneto con il parere favorevole della Giunta regionale di allora. Dire poi che un simile atto d’indirizzo non si riverberi sulle legislature successive equivale a sostenere l’assurdo per cui a ogni legislatura tutti gli atti delle precedenti dovrebbero essere rimessi in discussione per un’eventuale conferma. Peraltro in questi ultimi anni, il Consiglio e la Giunta veneti non hanno mai ritenuto di smentire la mozione del 2012”. “Appare dunque risibile – sottolinea Gigli – il tentativo di smarcarsi, sostenendo di aver ‘appreso ora che il provvedimento ha ripreso corso ed è addirittura arrivato a una veloce conclusione’: dov’era Ciambetti mentre il Senato approvava la legge per Sappada in prima lettura? Dormiva, forse, mentre essa veniva discussa e approvata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera? Provi a tacere, farebbe una migliore figura”. “Sono certo – conclude Gigli – che il popolo di Sappada, che si sente preso in giro dal suo maldestro tentativo di tirare la palla in tribuna, gli regalerà un abbonamento pagato per il caffè. Potrebbe tornargli utile per le prossime occasioni”.

 

“Si smetta di far melina sulla volontà dei sappadini di tornare al Friuli”. Lo afferma l’europarlamentare del Pd Isabella De Monte, commentando la richiesta del presidente del Consiglio Veneto, Roberto Ciambetti, di verificare se si possa considerare completa la procedura seguita per dar corso alla richiesta di trasferimento del Comune di Sappada al Friuli Venezia Giulia. Nel 2012, infatti, fu votata dal Consiglio veneto una mozione e non una delibera. Per De Monte, “e’ stupefacente che si appigli a cavilli di questa natura chi solo ieri ha voluto proclamarsi difensore della volontà popolare. Ci sono referendum di serie A e popolazioni che possono esprimersi con percentuali altissime, ma la cui volontà e’ trascurabile. Ciò che emerge con chiarezza e’ che si vogliono riproporre rapporti di forza in cui chi è più piccolo deve sottostare alla volontà di e’ più grande, e tutto il resto non conta”.