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Schneider (Federalberghi Fvg): «Alloggio ai rifugiati, la legge regionale omnibus penalizza le imprese»

In merito alla proposta di legge n. 26, cosiddetta omnibus, in discussione in Consiglio regionale in materia di misure urgenti per il recupero della competitività regionale, Paola Schneider, presidente di Federalberghi Fvg, ribadisce la netta contrarietà della categoria in merito alla previsione contenuta nell’articolo 9 che vieta l’erogazione di contributi regionali alle strutture alberghiere che – addirittura nei 5 anni precedenti l’entrata in vigore della disposizione normativa – abbiano realizzato un fatturato complessivo che non sia esclusivamente derivante dall’attività turistica.

Schneider evidenzia come tale disposizione, «di dubbia legittimità per la sua valenza retroattiva, penalizzi gravemente strutture che abbiano inteso mettere a disposizione parte della struttura,  magari per periodi limitati, ad ospiti che oggi si ritiene possano essere stati ospitati al di fuori di canoni gestionali determinati ex post. Tra l’altro, non solo per il periodo pregresso ma anche per il futuro – afferma ancora Schneider (nella foto) – non si comprende come debbano essere considerati dipendenti o tecnici di aziende o imprese che, per la durata di contratti o appalti stipulati per l’effettuazione di lavori o incarichi conferiti da enti pubblici, soggiornano nelle strutture alberghiere non certamente per esigenze di tipo turistico; del resto la destinazione d’uso dell’immobile non fa divieto di un siffatto utilizzo».

In ogni caso, a giudizio di Federalberghi, «non si può considerare “guadagno facile” assicurare su richiesta degli organismi preposti l’ospitalità in situazioni emergenziali visti i diversi problemi che tale disponibilità può comunque comportare anche per l’albergatore». Su questo aspetto Paola Schneider ritiene che «eventuali nuove disposizioni non debbano incidere su contributi già erogati ma, eventualmente, solo a partire dall’avvenuta approvazione della legge. Rimane peraltro forte la perplessità sull’obbligo di chiedere addirittura varianti urbanistiche, di difficile ed onerosa reversibilità, per regolare forme di accoglienza che producono limitate opportunità sia nel tempo che nel beneficio economico».