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“Il Pronto Soccorso di San Daniele al collasso”, la denuncia di Novelli (FI)

“Altroché attenzione rivolta al paziente/cittadino e alla sua famiglia, la riforma sanitaria non ha fatto altro che peggiorare la situazione del settore con situazioni prossime al collasso, come ad esempio quella del pronto Soccorso dell’ospedale di San Daniele”.

Ad affermarlo il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli, che ha presentato un’interrogazione sul tema alla presidente Serracchiani e all’assessore Telesca.

“In base a molte segnalazioni che mi sono arrivate – rileva Novelli – nei giorni passati la situazione al Pronto soccorso di San Daniele è stata a dir poco critica: su 8 posti letto di Osservazione breve intensiva presenti, ci sarebbero stati, infatti, ben 10 (e talvolta anche di più) malati intensivi e sub-intensivi, peraltro affidati a un solo infermiere. E non si tratta di un caso isolato, bensì di una situazione molto frequente e non legata al previsto picco di flussi invernali.

“Molto spesso, quindi, i posti i Osservazione breve intensiva sono occupati da pazienti bisognosi di ricovero in ambiente medico-chirurgico (ma anche intensivistico) che, però, non trovano un letto disponibile. Un’attesa che talvolta si protrae anche per giorni. E quando anche i posti di Osservazione sono esauriti, il paziente è costretto a giacere sulla barella del Pronto soccorso, con tutte le inevitabili ricadute dal punto di vista della sicurezza, sia per lo stesso paziente che per il personale di servizio, del tutto sottodimensionato per i carichi proposti.

“Dalle segnalazioni risulta addirittura – prosegue l’esponente di Forza Italia – che sia stato proposto di affidare i pazienti più stabili ricoverati in ambito medico agli stessi familiari, in modo da permettere così di liberare indispensabili posti letto. Nello specifico è stata avanzata l’ipotesi di spostare fuori dal reparto di assegnazione i pazienti più stabili ma ancora ricoverati e porli a carico delle famiglie, visto che le risorse infermieristiche non sarebbero sufficienti a garantire la necessaria assistenza. “Oltretutto sono stato anche informato che è stato chiesto a diverse persone in attesa di dimissione dal reparto di liberare in via collaborativa il posto letto per fare posto ad altri con qualcuno costretto a mangiare in corridoio, non essendo possibile un diverso tipo di assistenza da parte del personale infermieristico, ormai spremuto e allo stremo.

“Un sovrannumero di pazienti – afferma ancora Novelli – dovuto anche alla discutibile programmazione sanitaria. Con la chiusura del Pronto soccorso di Gemona, trasformato in Punto di primo intervento (dove comunque lavorano medici e infermieri d’emergenza), infatti, San Daniele, che non è stato per nulla potenziato, si ritrova in terribile affanno. Si è arrivati addirittura al punto che al personale che si occupa delle missioni 118 in ambulanza sarebbe stato dato l’ordine di non ospedalizzare mai il paziente a Gemona, ma (fatte salve le situazioni di emergenza con rischio di vita) di dirigersi direttamente agli ospedali vicini di San Daniele, Tolmezzo e Udine.

“Visto che San Daniele si trova in un punto centrale rispetto al territorio gemonese, il suo Pronto soccorso di è dovuto accollare da un giorno all’altro tutta la vasta popolazione che prima afferiva al nosocomio di Gemona, oltre ovviamente agli utenti del Sandanielese stesso e del Codroipese e fungendo sempre più spesso anche come valvola di sfogo dell’ospedale di Udine. Il tutto senza un adeguato potenziamento di personale e di dotazioni.

“Se tutto ciò fosse vero (e proprio di questo chiedo conto alla Giunta nell’interrogazione, oltre ovviamente alle azioni che intende intraprendere per porvi rimedio) – conclude Novelli – saremmo di fronte a un’organizzazione creativa della sanità che non troverebbe alcuna giustificazione, anche perché ormai siamo arrivati al punto che ospedali che erano considerati fino a poco tempo fa delle eccellenze e delle realtà in grado di adempiere in maniera ottimale alle loro funzioni sia di emergenza che di degenza, ora sono prossime al collasso anche a causa della chiusura dei Pronto soccorso degli ospedali minori”.