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Presentata in Regione l’opera “Voci resiane” di Daniele Macuglia

Un piccolo registratore vocale, la pazienza di girare di frazione in frazione, il dono socratico della maieutica nel farsi raccontare storie e culture dalle mille sfumature. Così è nato “Voci resiane”, un’opera multimediale, composta da una curatissima pubblicazione e due cd audio e video, che raccoglie le testimonianze della gente della Val Resia e le restituisce alla conoscenza del pubblico.

Il progetto nasce dalle registrazioni svolte da Daniele Macuglia, ricercatore di storia della scienza, che vive e insegna all’estero ma è rimasto profondamente legato alle origini resiane della famiglia. L’opera è poi stata curata coralmente con il supporto dell’amministrazione comunale ed è stata presentata oggi nella sede della Regione a Udine alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli e del sindaco Anna Micelli.

Gibelli, dopo aver ricordato il finanziamento erogato dalla Regione per la pubblicazione con i fondi della legge 26/2007 sulla tutela delle lingue minoritarie, ha sottolineato come “Voci resiane” rappresenti un lavoro meritevole di attenzione per i suoi aspetti culturali e sociali. Una raccolta complessa e variegata che restituisce tradizioni e storie di una comunità.

“Quanto realizzato si inserisce, infatti, nel solco dell’attività della Regione per la salvaguardia della storia e dell’etnografia del Friuli Venezia Giulia ed in particolare della sua montagna, dove ogni vallata ha una peculiarità – ha affermato l’assessore -. Da qui il valore intrinseco di questo lavoro, che contribuisce a sapere chi siamo, cui si aggiunge un valore estrinseco, sotteso all’intento di valorizzazione del patrimonio culturale quale fonte di ricchezza per le comunità locali”.

Macuglia, definito abitante del mondo e ormai prossimo a partire per la Cina dove lo attende una cattedra di Storia del pensiero scientifico all’università di Pechino, dedica l’opera ai giovani resiani, a cui è affidato il compito di recuperare il patrimonio culturale e linguistico. La scuola, che ospita 52 bambini, è già veicolo di attività e laboratori per l’uso della lingua e la riscoperta di tradizioni orali, musiche, canti e preghiere. Una comunità educante, che accoglie e raccoglie il proprio passato per dargli nuove forme di vita affinché anche la lingua resiana non vada perduta.