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Per i pensionati di Cgil, Cisl e Uil sul welfare serve un confronto vero fra sindacati e Regione Fvg

«Non esistono scontri generazionali tra giovani e pensionati. Tutt’altro: il supporto dei redditi da pensione è stato fondamentale per molte famiglie nel fronteggiare gli effetti della crisi, ed è anche per questo che i pensionati non accettano più di essere trattati come un bancomat».
È quanto hanno affermato i segretari del sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina a Udine per fare il punto sulle questioni aperte sia con il Governo nazionale che a livello regionale e locale, al termine di un anno che ha visto Spi Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil scendere in piazza ben tre volte sui temi della rivalutazione delle pensioni, del fisco e della non autosufficienza. Tra le richieste in campo anche quella di un «confronto reale» con la Giunta regionale e in particolare con l’assessorato alla Salute e al welfare, cui i pensionati di Cgil, Cisl e Uil riconoscono correttezza nelle relazioni sindacali, ma rivendicando nel contempo la necessità di un «salto di qualità nel dialogo tra Giunta e parti sociali, che non può essere ridotto al livello di semplice ascolto ma deve poter incidere sull’azione legislativa e di governo della regione».

FISCO E PENSIONI. Si è parlato anche di una rimodulazione delle addizionali locali, che per Roberto Treu (Spi-Cgil), Renato Pizzolitto (Fnp-Cisl) e Magda Gruarin (Uilp Uil) è una delle strade da seguire per cercare di allentare la pressione fiscale sui pensionati, che in Italia sfiora il 20%, superando di molto la media degli altri paesi principali europei. Un dato sul quale si allinea anche il Friuli Venezia Giulia, dove i pensionati versano ogni anno 1,35 miliardi di tasse, cui si sommano oltre 100 milioni di addizionali regionali e comunali, per un prelievo totale di 1.450 milioni di euro, a fronte di 7,5 miliardi di reddito complessivo dei 356mila contribuenti con redditi da pensione residenti in regione. Un terzo dei quali, ricordano i pensionati, si colloca sotto la soglia dei 1.000 euro lordi mensili di pensione. Al centro della mobilitazione nei confronti del Governo anche la lotta all’evasione e la perequazione delle pensioni all’inflazione. Oltre 40 miliardi, infatti, i redditi persi dai pensionati dal 2012 a oggi solo per effetto del blocco delle rivalutazioni nel biennio 2012-2013, ma il conto raddoppia sale includendo il peso degli altri tagli alla rivalutazione pensionistica, con un impatto vicino al miliardo di euro, sempre dal 2012 a oggi, nel solo Friuli Venezia Giulia.

PRIMA L’ASSISTENZA DOMICILIARE. Se fisco, pensioni e non autosufficienza sono le grandi questioni al centro della mobilitazione nazionale dei sindacati pensionati, sul fronte del welfare Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil chiamano in causa Regione e Comuni, rivendicando un sistema socio-assistenziale capace di affrontare e vincere le sfide legate all’invecchiamento della popolazione. Sfide che non possono essere affrontate soltanto incrementando i posti letto nelle case di riposo convenzionate, attualmente 10.800, in larga parte destinati a non autosufficienti, ma con una forte presenza di strutture, tra le 168 accreditate, autorizzate a operare in deroga rispetto ai criteri previsti dalla riclassificazione. «Solo un adeguato rafforzamento dei servizi di assistenza domiciliare integrata – secondo i tre segretari – può consentire alla nostra Regione di fronteggiare in maniera adeguata la diffusione delle non autosufficienze e delle patologie croniche, confermando e consolidando un modello di welfare che resta avanzato rispetto al resto del paese». Una richiesta, questa, già in cima all’agenda dell’incontro con Anci e Federsanità fissato per l’8 gennaio: Spi, Fnp e Uilp chiederanno ai sindaci di incrementare le dotazioni di bilancio destinate ai servizi di assistenza domiciliare, «perché aumenta il numero di anziani, di anziani soli e di non autosufficienti, che in questa regione sono oltre 124mila, di cui 28mila gravi e in grandissima maggioranza anziani».

SANITÀ E WELFARE, SUBITO IL TAVOLO CON LA REGIONE. Preso atto della conferma delle risorse destinate al Fap, il fondo attraverso il quale la Regione finanzia le principali misure in materia di assistenza domiciliare, i sindacati affidano al confronto con l’assessore Riccardi la richiesta di un incremento delle dotazioni, «anche per sostenere la sperimentazione sulle nuove forme di abitare possibile». Spi, Fnp e Uilp chiedono inoltre l’avvio immediato di un tavolo con i sindacati confederali e di categoria sull’attuazione dell’iter di riforma sanitaria, «anche alla luce delle molte deleghe che il disegno di legge 70 recentemente approvato dal Consiglio affida alla Giunta regionale». Non convince, su questo versante, la scelta di incrementare dal 3,8% al 6% la quota di spesa sanitaria destinata alla copertura delle prestazioni erogate dai privati convenzionati. «La priorità – rimarcano Treu, Pizzolitto e Gruarin – doveva essere quella di rafforzare la sanità pubblica, a partire dal fabbisogno di personale e dal potenziamento dei servizi territoriali».