FVGTerritorio

Il Patto per l’Autonomia la novità in Friuli per le prossime elezioni

Il Patto per l’Autonomia scioglie gli indugi e annuncia la sua costituzione in movimento politico.
Proponiamo il comunicato stampa.

Alle prossime elezioni chi non si riconosce nell’offerta politica italiana e vuole difendere la specialità regionale potrà votare un cartello autonomista che unisce tre sigle: al Patto, associazione di sindaci ed amministratori nata due anni fa, si uniscono infatti Patrie Furlane, unica forza politica autonomista presente nelle assemblee elettive sovracomunali, e i Manovali per l’Autonomia, gruppo che negli ultimi mesi si è radicato e ha dimostrato come a livello di popolo l’esigenza di ricostruire un rapporto tra i cittadini e i loro rappresentanti sia avvertita come un tema centrale. Di fronte a partiti italiani spesso estranei e molte volte addirittura apertamente ostili alle esigenze di autogoverno delle nostre comunità, la strada obbligata è la costituzione di un Patto per l’Autonomia che è stato istituzionalizzato formalmente davanti a un notaio ed è diventato movimento politico, con tanto di statuto e di simbolo, presentato alla stampa in un affollato incontro al Caffè Caucigh di Udine. Luogo simbolico, perché proprio qui il 9 ottobre 2015 il Patto per l’Autonomia si costituì come associazione.

“A quel tempo – spiega il segretario del Patto Massimo Moretuzzo – chiedevamo che i rappresentanti delle forze politiche, di centrosinistra o centrodestra, operassero per una difesa concreta della nostra autonomia e si facessero carico di una visione che difendesse gli interessi e le risorse dei territori. Siamo riusciti a far entrare il tema nell’agenda politica, ma non sono arrivate le risposte che chiedevamo su temi molto concreti: dal salasso a cui siamo stati sottoposti dai patti Tondo-Tremonti e Padoan-Serracchiani, alla necessità di modelli di gestione più vicini ai cittadini di risorse come acqua, energia e beni comuni, fino alla necessità di una scuola regionalizzata e di un sistema del credito che possa essere almeno in parte al servizio di famiglie ed imprese per una nuova idea di sviluppo. Non solo non si è tenuto conto di queste richieste ma si è voluto sostenere una riforma centralista della Costituzione che ora persino il presidente del consiglio regionale Iacop rinnega e oggi si sceglie un inaccettabile accordo con Iccrea, la centrale romana del Credito cooperativo, invece di privilegiare la possibilità di ricostituire intorno a Mediocredito un polo di garanzia per il credito regionale ragionando con le 11 Bcc friulane che si sono aggregate al polo trentino di Cassa Centrale”.

Quindi il grande passo, la discesa in campo “anche se di discesa non si tratta – dice Moretuzzo –, perché in campo ci siamo sempre stati: a difesa delle nostre comunità e dei nostri cittadini per porre rimedio a tutte le cosiddette “riforme” che i partiti nazionali negli ultimi anni hanno fatto piovere dall’alto senza alcuna consultazione con gli amministratori e la popolazione”.

“La democrazia oggi può nascere solo dal basso, non da modelli verticisti o elite vicine a poteri forti” sostiene Rosario Di Maggio, portavoce dei Manovai pe Autonomie, espressione del più genuino autonomismo di nuovo conio, che sono stati decisivi per un’azione di sinergia fra i tre gruppi intorno a principi chiari e condivisi, che prevedono l’assoluta indipendenza da realtà politiche di ispirazione italiana: “molti sono sfiduciati ma l’idea di ricostruire dal basso il futuro delle comunità grazie alla sussidiarietà, come fu ai tempi del terremoto, è assolutamente incisiva e fa presa al cuore delle persone. Siamo stanchi di delegare le scelte a livelli superiori: e di fronte ad una continua verticalizzazione dei processi democratici abbiamo scelto di tornare liberi di scegliere”.

Anche perché non è un’idea di retroguardia: “L’autonomismo oggi è posizione di avanguardia in Europa – sottolinea Federico Simeoni, unico eletto autonomista nel 2013 in Consiglio Provinciale a Udine – poiché i fermenti più autentici di partecipazione democratica nascono ovunque dalla richiesta di maggiore attenzione per comunità che da sempre hanno cercato di valorizzare la propria peculiarità linguistica e culturale e la loro vocazione in un’Europa che non sia del capitale, ma dei popoli”. Patrie infatti aderisce alla European Free Alliance, con movimenti catalani, scozzesi, corsi”.

Ed anche alla Slovenska Skupnost, presente all’incontro, che ha manifestato molto interesse a un dialogo con il Patto dal momento che esiste un’ampia convergenza di idee ed interessi, come confermato dal vicesegretario Julijan Čaudek.

“Esiste quindi l’occasione di un dialogo con molte altre realtà rappresentative degli interessi e delle comunità di questa regione. Proprio in quest’ottica il nuovo soggetto è aperto a tutti i cittadini e i movimenti organizzati che condividono la necessità di una svolta. Mentre le forze politiche italiane sono tutte occupate nel loro reality show virtuale a selezionare i candidati che dovranno poi  partecipare ai casting romani per essere proposti all’elettorato friulgiuliano, con buone possibilità che alla fine piombino paracadutati in casa nostra anche visitors più o meno noti, il Patto deciderà in autonomia chi candidare non solo alle elezioni regionali, dove l’aspirazione dichiarata è quella di candidare Sergio Cecotti presidente, ma già alle elezioni politiche”.

“Non temiamo il confronto” spiega Markus Maurmair, sindaco di Valvasone Arzene, che ha già dato la sua disponibilità a candidarsi il 4 marzo per il Parlamento, “ed è il momento giusto per dare un punto di riferimento alle nostre comunità che desiderano contare di più”. La posta in gioco è alta e si chiama futuro: “il sogno è quello di costituire il partito territoriale, che diventi il collettore delle istanze delle comunità come lo è il SVP in Alto Adige. Gli autogol continui del Pd e la scarsa vocazione al contatto con il territorio delle altre forze creano le condizioni per trasformare il sogno in realtà”. “Siamo l’unica vera novità del panorama politico regionale – chiude Maurmair – e puntiamo a trovare la fiducia dei cittadini perché non siamo illustri sconosciuti o dilettanti allo sbaraglio, né sarchiamo da internet o da qualche meet up. Ci siamo fatti le ossa in mezzo ai cittadini e abbiamo l’esperienza per poter dirigere la Regione e dire la nostra in Parlamento, per scardinare questo sistema”. La legge elettorale rende difficilissimo quest’ultimo risultato, fissando una soglia del 20% al Senato per il livello regionale: ma non basta questo a fermare il Patto per l’Autonomia, che in presenterà in tutte le possibili competizioni elettorali, dalle politiche alle regionali, “guardando con interesse – confessa Moretuzzo – anche all’esperienza che sta nascendo a Udine con il Cantiere per Udine animato da Andrea Valcic”.

“L’invito ai cittadini sui territori della Regione è quindi ad aderire contattando i rappresentanti del Patto o gli indirizzi mail pattoperlautonomia@gmail.com o info@pattoperlautonomia.eu, il sito www.pattoprlautonomia.eu, le piattaforme social e il numero e 3421633878, ma soprattutto a firmare, quando sarà il momento, per permettere all’unica forza che realmente potrà calamitare le istanze autonomiste il confronto democratico con i partiti italiani”.