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“One Welfare”, l’Aas 3 insieme agli allevatori ed alle comunità della montagna

La zootecnia del territorio montano è caratterizzata da piccoli allevamenti di produzione lattiero-casearia. Queste realtà produttive stanno vivendo, ormai da anni, una crisi che ne minaccia l’esistenza: il prezzo sempre più basso del latte, la produzione limitata e i requisiti di conformità richiesti dalle normative ne mettono a rischio la sopravvivenza ed il ricambio generazionale.

L’allevamento montano è da sempre basato su aziende a conduzione familiare che lavorano ispirandosi ad antichi saperi, che hanno radici nella cultura locale e che caratterizzano ancora oggi l’ambiente e il paesaggio montano. Per questi ed altri motivi, non è possibile pensare agli allevamenti in montagna negli stessi termini organizzativi, sociologici ed economici con cui si agisce in pianura.

“Il personale dell’Azienda Sanitaria n. 3 Alto Friuli, Collinare, Medio Friuli – riferisce Ivonne Caliz, Direttrice del Dipartimento di Prevenzione – nella routinaria attività di verifica dei requisiti di conformità alle normative di igiene e sicurezza alimentare e benessere animale, si è reso conto che la corretta gestione dell’allevamento e della produzione ormai è così strettamente correlata ad elementi di contesto di origine economica, sociale e ambientale da rendere necessario un intervento su più fronti. Questa lettura del contesto è avvalorata dagli orientamenti scientifici e dalle strategie internazionali che ritengono indispensabile un approccio “One Welfare” ovvero di “Benessere unico” dove il benessere umano e il benessere degli animali sono collegati e dipendenti da un buon funzionamento dell’ambiente ecologico. In altre parole, la sicurezza alimentare è figlia della corretta gestione degli animali e dell’attenzione all’ambiente, a loro volta dipendenti anche dal benessere degli individui e delle famiglie”.

Da qui una strategia che modifichi l’approccio con l’obiettivo di limitare situazioni di disagio socio economico e il depauperamento del patrimonio culturale ed ambientale della montagna.

Gli operatori del settore veterinario e igiene degli alimenti, con gli operatori del servizi sociali hanno iniziato un percorso formativo condotto da esperti, a cui hanno partecipato anche operatori dell’Associazione Allevatori del FVG, dell’ERSA e del Dipartimento di Scienze Agro-alimentari, Ambientali e Animali dell’Università di Udine, finalizzato a condividere i principi e le strategie proprie del One Welfare e delle Economie Circolari.

Seguirà una fase operativa con il coinvolgimento di alcune realtà produttive di montagna disponibili alla sperimentazione di nuove strategie organizzative, delle rispettive amministrazioni locali e delle comunità di appartenenza.
Obiettivo – conclude Caliz – è l’avvio di una riorganizzazione produttiva attraverso la costruzione di sistemi a rete nei quali siano inclusi non solo i produttori ma anche gli stessi residenti, perché siano garantiti gli standard di qualità nell’ambito della filiera alimentare e del benessere animale. Il prodotto locale, infatti, non può essere solo una tipicità, concetto troppo inflazionato, ma il risultato di un clima relazionale che crea partecipazione nella produzione e nella vendita del prodotto, nella condivisione dei saperi che fanno qualità, nelle economie che stanno intorno al prodotto stesso“.