CarniaCultura

Nel libro di Pieri Stefanutti la storia dei partigiani sovietici che operarono in Carnia

Sarà presentato a Tricesimo martedì 25 aprile, alle 18.30, nell’auditorium dell’Istituto comprensivo, a cura della casa editrice KappaVu e dell’associazione “Le nuove querce”, il libro “Daniel e i suoi compagni”, scritto da Pieri Stefanutti, dedicato alla ricostruzione delle vicende che videro protagonista in Friuli e in Carnia, durante la Seconda guerra mondiale, il Battaglione “Stalin”.
È un episodio poco noto: durante la Seconda guerra mondiale, la Resistenza, in Friuli e in Carnia, fu caratterizzata anche dalla partecipazione di numerosi sovietici che, fuggiti dalla prigionia tedesca e arrivati in Friuli nella speranza di trovare la strada più breve e più facile per puntare ad est, erano stati accolti dai garibaldini friulani, fermandosi, a migliaia di chilometri dalla propria terra di origine, a combattere contro il comune nemico. Si formò così un battaglione composto quasi interamente da sovietici (chiamati genericamente russi), guidato dal ‘comandante Daniel’, Danijl Varfolomejevič Avdeev. Distintisi nelle azioni di sabotaggio (per esempio al ponte di Braulins e alla polveriera di Osoppo) e nell’assalto ai presidi nemici, soprattutto quelli dei cosacchi collaborazionisti dei nazisti (famoso l’attacco ai cosacchi alloggiati nelle scuole di Campagnola di Gemona), molti dei partigiani russi morirono nelle azioni in difesa delle Zone libere della Carnia e del Friuli e, tra essi, ‘Daniel‘, ucciso in combattimento a San Francesco di Vito d’Asio nell’autunno 1944.
La ricerca di Pieri Stefanutti, grazie alla raccolta di testimonianze dirette ed all’accesso a fonti archivistiche diversificate, anche in Russia, consente di ricostruire le vicende del Battaglione, nel dialettico rapporto con le altre formazioni partigiane friulane con, sullo sfondo, le condizioni della popolazione civile.
Nella presentazione di Tricesimo, oltre all’autore, interverranno Antonella Lestani, appena eletta presidente dell’Anpi provinciale (l’organismo ha valutato positivamente la qualità del lavoro di ricerca ed ha quindi concesso il patrocinio alla pubblicazione) e Franceschino Barazzutti, che ha svolto una preziosa opera di collegamento con i parenti di Daniel, in Russia, che oltre a fornire materiali e informazioni hanno espresso la loro soddisfazione al fatto che in Italia si indaghi e si ricordi il sacrificio del comandante Daniel.