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Quota migranti in Val Canale e Gemonese: disponibili ad accoglierne solo metà

di DAVID ZANIRATO

Dal lungo e dibattuto incontro di oggi pomeriggio a Pontebba, al quale hanno partecipato i vari sindaci ed assessori dell’ambito distrettuale di Val Canale-Canal del Ferro e Gemonese, è uscita la disponibilità all’accoglienza diffusa per solo il 50% della quota individuata dalla Regione, ovvero una cinquantina di posti sul centinaio richiesto (esclusi i 27 già ospitati a Venzone)

A comunicarlo il sindaco di Pontebba, Ivan Buzzi: “Sentite le diverse sensibilità sulla questione abbiamo raggiunto questo tipo di accordo, spetterà ora alla presidente d’ambito Nadia Campana riferire la decisione e le singole disponibilità dei comuni al Prefetto nei prossimi giorni. Rimangono da parte di tutti comunque dei dubbi sulla gestione “pratica” dei richiedenti asilo, ovvero sul fatto che ricadano sul personale dell’ambito assistenziale il quale sconta però già dei grossi problemi. Vedremo dunque se dovranno essere direttamente i comuni ad occuparsene con i loro dipendenti”.

 

LA SITUAZIONE DEGLI INGRESSI
migranti-croazia-pericoli
Anche nelle ultime 24 ore il flusso di migranti dai confini austriaco e sloveno si è fatto sentire: venti le persone rintracciate dalla Polizia di Frontiera di Tarvisio
, di nazionalità afghana e pakistana, sedici delle quali sono state riammesse in Austria. Solo nell’ultima settimana sono stati circa un centinaio gli ingressi da nord. Altri cinque profughi entrati clandestinamente in Italia, tutti sui vent’anni, tre dei quali re pakistani, gli altri due afghani, hanno bussato lunedì alla Stazione dei Carabinieri Tarcento; non avevano i documenti validi per il soggiorno, sono stati fotosegnalati e quindi destinati in Questura a Udine per avviare le pratiche relative all’asilo politico.

Oltre confine il governo sloveno ha fatto sapere di attendersi un nuovo massiccio flusso migratorio che potrebbe portare a una situazione di criticità elevata: si parla di 20/30 mila migranti tra domani e giovedì; il confine rimarrà aperto ma controllato, Lubiana ma non ha ancora chiarito se alla luce di tutto ciò procederà alla costruzione di una barriera o di una recinzione con filo spinato al confine con la Croazia.