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Maravee illumina il Castello di Susans

Verrà inaugurata sabato 31 ottobre al Castello di Susans a Majano, la 14° edizione di Maravee, evento multimediale e multisciplinare ideato e curato da Sabrina Zannier, che per l’edizione 2015 ha scelto Therapy quale sottotitolo di un’edizione travolgente. Con doppio appuntamento inaugurale – alle ore 18 è previsto l’incontro con la straordinaria artista francese ORLAN, alle 19 la vernice – Maravee Therapy promette di trasformare i tre piani del castello in una location delle meraviglie in cui la terapia – intesa quale cura, rimedio, dedizione ai mali e difetti, presunti o reali, del corpo – diventa la chiave di accesso alla perfezione, alla bellezza che si versa in “bellessere”.

Ossessione contemporanea ormai assurta a categoria di consumo, la bellezza diventa a Maravee Therapy la risposta a domande quali: qual è il corpo perfetto? a quali canoni di bellezza corrisponde? Dove sta il limite fra i dettami della moda e quelli della salute? Fra il glamour e la medicina?

 

downloadAppellandosi a Ippocrate, il padre della medicina moderna che per primo ha affrontato tale disciplina in modo razionale e scientifico, Maravee Therapy punta l’attenzione sui tre strumenti terapeutici da lui citati: il Tocco (nei gesti di attori e danzatori), il Rimedio (nel suggerimento sui modus vivendi sottesi in opere fotografiche, video, sculture, installazioni), la Parola (nei testi citati, scritti, recitati). Tre modalità espressive da sempre rintracciabili nel metodo curatoriale delle Zannier che in quest’edizione si fanno ancora più definite e incisive.

 

Perno centrale di Maravee Therapy, l’artista francese ORLAN aprirà ufficialmente la rassegna alle ore 18 con un incontro pubblico in cui racconterà il suo personalissimo percorso artistico.

Considerata la più estrema e rivoluzionaria dell’universo artistico contemporaneo, che dagli anni Sessanta ha trapunto i perbenismi sociali suscitando scandali pubblici, estetici e politici restando sempre fedele a se stessa e al contempo innovando i propri linguaggi, ORLAN ha fondato un sillabario estetico centrato sul valore del corpo umano nella sfera sociale. A Maravee ORLAN porta un messaggio incisivo: detronizzare l’asservimento ai canoni di bellezza imposti dalla moda per generare un corpo ibrido, capace di contemplare sulla propria carne i canoni estetici provenienti da civiltà diverse, africane, indo-americane, precolombiane, come nella serie fotografica Self-hybridation, dove il volto di ORLAN mette in scena la beltà di crani deformati o di sguardi strabici. Inedite in Italia, i Self-hybridation dedicati alle maschere dell’Opera di Pechino, aprono in mostra una sala di ludica interazione per il pubblico, grazie al dispositivo della Realtà aumentata che consente al visitatore di veder apparire ORLAN in 3D, impegnata in acrobazie che moltiplicano ancora la sua ricerca identitaria. Il passo successivo approda alla genetica, con la serie Arlequin’s Coat, che raffigura l’artista ancora in sala operatoria, come nelle opere dei primi anni ’90, che testimoniano in mostra le operazioni chirurgiche performance, fondative della sua Art charnel. Ora, però, l’intervento è meno invasivo. Si tratta di un prelievo di cellule, fatte poi coltivare a l’UWA School of Anatomy and Human Biology Laboratories, con la direzione di Symbiotica, laboratorio artistico dedicato alla ricerca nel campo delle scienze della vita. In queste immagini ORLAN è ricoperta da un mantello d’Arlecchino, simbolo dell’ibrido, di un cappotto organico composito, che idealmente assembla cellule e connotati di persone e animali diversi, a metafora dell’incrocio e dell’accoglimento dell’altro.

download (1)Non solo mostre però. Sarà, infatti, compito degli eventi inaugurali animare l’atmosfera dell’opening, dal coinvolgente video mapping sull’intera facciata del castello, prodotto dal Liceo Artistico Sello di Udine, allo spettacolo teatrale Ossessioni, con Claudia Contin Arlecchino e Rita Maffei, che mette in scena l’estrema ricerca del corpo perfetto con un pizzico d’ironia nel serrato dialogo performativo tra il dottor Frankenstein e la sua “creatura”, per poi passare il testimone all’assolo di danza Il riscatto.

Con Infinity Bodies, dell’Atelier enidUDanza – direzione artistica di Elisabetta Ceron, progetto e coreografia di Martina Tavano, con Erica Modotti, Genny Tavano, Francesca Tomai – Maravee Therapy propone inoltre una performance di danza diffusa sui tre piani del castello.

 

Il fiume di sotto – performance di danza di e con Luca Campanella, tratta e rivisitata per Maravee dal progetto Paesaggio d’acqua della Compagnia Arearea, prodotto da Mittelfest 2015, – apre la mostra Picnic sulla Torre di Babele di Isabella Pers e Tiziana Pers. La performance di Campanella lascerà poi in mostra l’intreccio di abiti quali spoglie di una vita che ha mutato il proprio aspetto nelle acque del fiume, come simboleggiato anche nel video degli Arearea.

 

Picnic sulla Torre di Babele, la mostra delle Pers, affronta il tema della terapia e della salute puntando l’attenzione sui modus vivendi legati al cibo nella prospettiva del Biocentrismo. Una grande installazione di Tiziana Pers, costruita secondo la struttura architettonica del dipinto della Torre di Babele di Pieter Bruegel il Vecchio, fa leva sul concetto biblico del desiderio umano di sovrastare la natura e raggiungere la divinità (e quindi la perfezione), e su quello del confronto con l’altro, proponendo la messa in scena del rispetto tra uomo e natura.
Le opere fotografiche di Isabella Pers, incentrate sull’aspetto emotivo del picnic, amplificano a livello concettuale e visivo il principio della terapia condotta nella stretta relazione con il paesaggio naturale. Un paesaggio ripreso in movimento, che lascia sull’immagine le tracce astratte di corpi, cibi e natura, sintetizzati in impressioni cromatiche al sapor di clorofilla.

 

Al primo piano del castello, la mostra Restauro e riscatto della bellezza di Debora Vrizzi e Silvia Camporesi affronta il tema della ricerca della perfezione del corpo in stretta simbiosi con la mente attraverso storie personali di terapia fisica e prassi sportive come cammini verso l’espiazione e la rivelazione. La sala dedicata all’opera della Vrizzi, tutta rigorosamente bianca, calata in un’atmosfera ospedaliera, presenta una video-installazione dove ogni monitor narra in pochi minuti lunghe storie personali di terapia fisica. Gesti, voci, musiche ed espressioni mettono in scena il dolore, la cura, la relazione fra paziente e terapeuta, invitando il visitatore a un approccio intimista attraverso l’ausilio di cuffiette audio disponibili per ogni storia.

Con la sala dedicata all’opera di Silvia Camporesi si passa dal tutto bianco all’ambiente oscurato, dove a piena parete appaiono in sequenza tre video in cui la protagonista (in un caso l’artista stessa) affronta tre discipline sportive. Il Nuoto, che dallo smarrimento nelle acque diviene cammino di espiazione e rivelazione; il Karate, interpretato dalla campionessa europea Sharia Taha, che nel salto del combattimento attinge a un’energia supplementare spostando i propri limiti corporei; la Corsa, contro terreni difficoltosi, contro il vento, quale metafora dell’elevazione spirituale generata dallo sforzo fisico.

Monika Grycko, GUILTY LAMB, 2014, terracotta, vetroresina, vetro, 60x88x40Al piano terra, nella cucina del castello, per la prima volta aperta al pubblico, la personale Genetic Lab della polacca Monika Grycko, porta sulla scena di Maravee Therapy la ricerca del corpo perfetto sul fronte della sperimentazione genetica interpretata in modo visionario con sculture in ceramica che raffigurano esseri antropomorfi, busti femminili con teste di animali, una nidiata di cagnolini dalle movenze umane. Commoventi e al contempo inquietanti, questi ibridi, in posa come divinità antiche o chimere, ammiccano alla mitologia, all’evoluzione dell’uomo e alla sua regressione, ma strizzano soprattutto l’occhio alla genetica contemporanea.

 

Chiude la serata l’evento di Food Design attorno all’installazione in cui dal verde affiora il buffet vegano realizzato grazie alla collaborazione di ‪Biolab, vegetarian & vegan organic food e di Vanillà Gelateria e Vivai Andriolo.

 

Maravee Therapy è gestito dall’Associazione culturale Maravee, resa possibile grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia e dell’azienda Gervasoni, main sponsor del progetto, ai quali si affiancano i contributi del Comune di Gemona del Friuli e del Comune di Pordenone e le collaborazioni dell’Associazione Mittelfest, delle Obalne Galerije Piran, del Gledališče Koper, delle gallerie Michel Rein di Parigi, Prometeogallery di Milano, Aria Art Gallery di Firenze, della Scuola Sperimentale dell’Attore, dell’Associazione culturale Arearea e del Liceo Artistico Sello.