CarniaEconomia

Luca Boschetti: «Alla Secab un’assemblea dei soci per pochi intimi»

Riceviamo dal già consigliere regionale Luca Boschetti e pubblichiamo.

Si è tenuta sabato 20 maggio, presso il cinema Daniel di Paluzza, l’assemblea dei soci della SECAB, storica cooperativa elettrica dell’alta Valle del But. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2022 e il rinnovo di 4 membri in scadenza del Consiglio di Amministrazione. Su oltre 2.500 soci, si sono accreditati per votare il rinnovo delle cariche poco più di 350 persone, mentre il bilancio è stato votato solo da un centinaio di soci presenti in sala. Il nulla, se si pensa alla partecipazione di qualche anno fa. Partecipazione bassissima per una cooperativa storica come la SECAB, numeri che devono farci riflettere. La mancata partecipazione all’assemblea e alla votazione del bilancio, denota una mancanza di interesse verso una cooperativa del territorio, che invece dovrebbe meritare maggiore attenzione proprio in un momento delicato come questo, fatto di aumento dei costi e transizione energetica. Ricordiamoci che la SECAB è degli oltre 2500 soci e pertanto non possiamo e non dobbiamo lasciare che un consiglio di amministrazione abbia la facoltà di fare ciò che vuole, senza un confronto. Già negli ultimi anni si era assistito a un mancato interesse verso l’assemblea, con la partecipazione che di anno in anno andava progressivamente calando. È strano dal mio punto di vista che non ci sia interesse verso questa cooperativa così importante per la nostra zona. Per questo motivo, credo che tutti noi, presidente e consiglio di amministrazione compresi, dobbiamo riflettere su come riportare i soci al centro della cooperativa. 

Probabilmente qualcosa va cambiato e in seno all’assemblea il mio intervento è stato proprio su questo. Già in tempi non sospetti il sottoscritto e i soci Beppino Di Centa e Stefano Di Bello, avevamo proposto all’attuale presidente della cooperativa una serie di riflessioni. Ad esempio il rinnovo delle cariche: perché non adoperare il metodo dei consigli comunali? Ovvero presentazione di liste con massimo nove candidati, garantendo in lista la rappresentanza di genere e che gli stessi restino in carica per la durata prevista dal codice civile o come l’assemblea dei soci decida, magari con indicato già il candidato presidente che così viene eletto di soci, garantendo in tal maniera una maggioranza stabile (cosa che oggi non succede cambiando tre membri ogni anno) e se presente una minoranza non superiore a 2 componenti.  

Proposta che non ci risulta sia stata nemmeno presa in considerazione dal presidente Pittino, con la scusa che all’internodi SECAB non è giusto parlare di “maggioranza” e “minoranza”. Ma mi pare che lo stesso presidente oggi come oggi sia sorretto da una maggioranza in seno al CdA ed esista anche qualche consigliere che la pensa in maniera diversa da lui. Questo voleva essere forse, un punto di partenza per un dialogo da farsi in seno alla cooperativa e soprattutto in seno ad una assemblea societaria. Perché questa cooperativa mi risulta essere ancora dei soci. 

Diversi anni fa io e Beppino Di Centa avevamo proposto la modifica o cancellazione delle deleghe. L’allora presidente, l’architetto Andrea Boz, aveva prontamente rimesso tutto nelle mani dei soci, convocando una assemblea straordinaria che liberamente e serenamente ha votato la cancellazione delle stesse.  

Ma allora, se la cooperativa è solo uno strumento per il raggiungimento di quelli che sono gli obiettivi dei soci, perché non dare la possibilità ai soci di poter raggiungere tale obiettivo? La paura di una discussione aperta su questa come altre proposte, non può che determinare un progressivo calo di interesse dei soci, che al contrario meritano di essere il centro della cooperativa stessa.

LUCA BOSCHETTI