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L’Intimo Vintage sfila a Forni di Sopra puntando alle grandi maison della moda

Mercoledì 10 agosto 2016 alle ore 21 nella sala del teatro Cias dai Fornes si terrà la SFILATA DI INTIMO VINTAGE, con vecchi indumenti ricavati dal museo “Il filo dei ricordi”, creato dal volontariato locale da parte dell’associazione la Casina di Vic, al quale sono stati donati dalla gente del paese. Modelle saranno alcune donne del paese, l’accompagnamento al violino di Lucia Clonfero di Venzone.
Forni-di-Sopra-dallalto50Il progetto si basa sull’esistenza di diversi reperti antichi di vestiario conservati nel museo “Il filo dei ricordi” nella Ciasa dei Fornes da parte dell’associazione La Casina di Vic. Recenti esibizioni in sfilate di “Intimo vintage” hanno riportato alla luce capi di vestiario che oggi potrebbero benissimo essere riproposti non solo come indumenti intimi, ma anche come vestiti da sfoggiare in particolari occasioni mondane, in località calde marine o anche di montagna.

Forni di Sopra in campo tessile vanta una lunga esperienza che iniziò nel 1700 con Jacopo Linussio e terminò nel secolo scorso con il tessitore Valentino Comis. Alcuni dei suoi lavori si trovano esposti nel Museo delle Arti e Tradizioni Michele Gortani di Tolmezzo e nello stesso museo fornese. Recentemente a Forni di Sopra alcune iniziative culturali e hobbistiche (Fat a man) ed economiche (Il Ricamificio) hanno ripreso la lavorazione dei tessuti.
Il progetto si ripropone il rilancio di alcuni capi attraverso mostre, sfilate, esposizioni da promozionare mediante passaggi su social network e media oltre alla proposizione dell’utilizzo dei modelli dei capi, attraverso una Royalty all’associazione che gestisce il museo (La Casina di Vic), a delle case di moda internazionali, ricercando fra queste alcune che abbiano origini in Carnia (per esempio Tiziana Muser dell’Atelier Muser che lavora con Dolce e Gabbana).

Questo, secondo i fornesi, creerà un possibile incentivo di occupazione in loco, i capi dovrebbero essere confezionali “in loco” e non delocalizzati , dando possibilità economiche a strutture organizzate (il Ricamificio) o, come accaduto nel campo degli occhiali alla fine del secolo scorso, a dei “terzisti” che operano per grandi case produttrici.