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Le Unioni slittano di 4 mesi e i sindaci “resistenti” fanno i conti: già spesi 7 milioni di euro

di DAVID ZANIRATO

IMG_0474Rispondono con cifre “pesanti” i 56 sindaci del Friuli Venezia Giulia resistenti dinnanzi al Tar contro la riforma Panontin-Serracchiani che stenta sempre di più a decollare. Lo hanno fatto quest’oggi con una conferenza stampa convocata a seguito dell’articolo apparso sul Messaggero Veneto di martedì 27 ottobre, nel quale si imputa agli stessi sindaci di aver speso 100 mila euro per i loro ricorsi.

“Falsità assoluta – hanno ribattuto i portavoce Pier Mauro Zanin (Talmasson) Renato Carlantoni (Tarvisio) e Pierluigi Molinaro (Forgaria nel Friuli), affiancati da un’altra ventina di colleghi – perché i 56 comuni ricorrenti hanno speso 500 euro cadauno, molti dei quali nemmeno quelli perchè sindaci e assessori si sono autotassati. E lo hanno fatto per tutelare i rispettivi cittadini di fronte ai soprusi di questa legge”.

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UN CONTO DA 25 MILIONI DI EURO

Ben 400 mila euro annui sostenuti per organizzare la formazione dei funzionari delle UTI. Circa 200 mila euro per promuovere il referendum sulla fusione dei comuni di Azzano Decimo e Pravisdomini, bocciato dall’80% dei cittadini la scorsa domenica 18 ottobre. Oltre 6,4 milioni di euro destinati ai Comuni capofila per far partire la macchina organizzativa delle UTI. 18 milioni di euro previsti per coprire la 14esima dei dipendenti che, alla luce della riforma delle autonomie locali, entreranno a far parte del Comparto Unico. Questi i conti dei sindaci che oltre a ciò evidenziano come la Regione FVG abbia affidato ad un avvocato esterno la propria difesa pur sia dotata di una propria struttura, l’Avvocatura regionale, che conta tra le sue fila 11 avvocati di cui 6 dirigenti che percepiscono cadauno dai 125 mila ai 150 mila euro all’anno.

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L’ITER CHE SI E’ INCEPPATO

Nel frattempo da quanto anticipato oggi dal Gazzettino,  la partenza delle Uti slitterà di almeno quattro mesi, in attesa del verdetto del Tar che è previsto per il febbraio 2016. Non ci saranno nemmeno i commissariamenti previsti dalla legge per i circa 80 consigli comunali che hanno votato contro agli Statuti delle Unioni, perchè attraverso un emendamento denominato “finanziaria d’autunno” promosso oggi dall’assessore regionale Peroni, l‘istituzione delle Uti (che sarebbero dovute nascere il 1.ottobre, termine poi spostato al 30 ottobre) verrà ulteriormente posticipata di 120 giorni. Quindi in sostanza fino ad aprile-maggio del prossimo anno non se ne farà ancora nulla.

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