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La storia del “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli in mostra a San Daniele

“Un capolavoro artistico e della cinematografia che a distanza di tanti anni dalla sua produzione è ancora capace di comunicarci con forza e grande commozione la vita di Gesù, dal mistero della sua nascita alla Passione fino alla Resurrezione. Una mostra emozionante, che ci dà la possibilità di ripercorrere luoghi e dimensioni storiche filtrate dallo sguardo di un grande regista, capace di coglierne la grandezza e di riprodurla con semplicità di linguaggio. Di fronte a queste fotografie non possiamo che emozionarci e rivivere l’attenzione, lo studio e la meticolosità di tanti professionisti che hanno lavorato per consegnare alla storia della televisione un colossal ancora oggi attuale”.
Così ieri sera l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, intervenuta l’inaugurazione della mostra “Il Gesù di Zeffirelli. La preparazione di un colossal”, evento che si è tenuto a San Daniele del Friuli negli spazi del palazzo del Monte di Pietà, un’esposizione che resterà visitabile fino al 12 maggio, lunedì, mercoledì venerdì, sabato e domenica dalle 9:00 alle 12:00, a ingresso gratuito.
Hanno preso parte all’evento, tra gli altri, il sindaco di San Daniele del Friuli, Pietro Valent, il presidente dello Scriptorium Foroiuliense, Roberto Giurano, il figlio del regista, Pippo Zeffirelli e il presidente della Comunità Collinare, Luigino Bottoni.
Attraverso fotografie e disegni originali, l’esposizione vuole mettere in luce il grande lavoro progettuale del regista, sceneggiatore e scenografo Franco Zeffirelli nel periodo che precedette le riprese del celebre film uscito nel 1977: “Gesù di Nazareth”.
“Un’occasione importante di approfondimento in questo periodo dell’anno in cui ci avviciniamo alla Pasqua – ha osservato Zilli -. Il grande maestro Zeffirelli, ancora oggi grazie a questa mostra, ci riporta ai tempi di Gesù, attraverso i volti di grandi attori e di tante comparse, ma anche attraverso i gesti delle maestranze, capaci di realizzare costumi e scenografie eccezionali. Tra i tanti gesti immortalati dalle fotografie dell’epoca possiamo rivivere le emozioni di chi li ha compiuti per trasmetterci un messaggio universale di pace e di speranza”.
“Il Gesù di Zeffirelli ci parla ancora oggi e ci lancia la provocazione positiva di ricercare nei simboli di queste immagini le radici della nostra comunità – ha osservato ancora Zilli -. Solamente riconoscendo la nostra anima più profonda possiamo costruire un futuro fatto di certezze. Un plauso agli organizzatori per avere ancora una volta colto nel segno, portando questa mostra in Friuli Venezia Giulia, soprattutto in questo particolare periodo storico”.