Primo pianoTarvisianoTerritorio

La ciclabile Alpe Adria riapre in sicurezza

Dalla mattinata di sabato 6 maggio sarà di nuovo possibile fruire in sicurezza della Ciclabile Alpe Adria da Moggio Udinese al confine di stato. Questo per effetto della revoca, da parte di FVG Strade, dell’ordinanza di chiusura della viabilità.

Lo comunica Fabrizio Fuccaro, presidente della Comunità di Montagna Canal del Ferro e Val Canale, che in questo periodo è stato costantemente in contatto con FVG Strade, rappresentando le criticità del territorio.

Nei giorni scorsi c’è stata la verifica degli impianti di illuminazione lungo le numerose gallerie e la luce ha consentito alla ditta incaricata di procedere alla pulizia del manto stradale. «In passato c’era una gestione promiscua fra Comunità di Montagna e FVG Strade – spiega Fuccaro -. Ora, avendo la Regione preso in carico in toto la viabilità, abbiamo un unico soggetto per gestione e manutenzione ed è sicuramente un vantaggio. Si tratta di una boccata d’ossigeno importante per l’economia della zona, perchè fino al termine dell’estate garantirà occupazione e consentirà di presentare al meglio il territorio».

Fuccaro ha rappresentato questa importante risorsa a Cristina Amirante, neo assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, e al vicepresidente del Consiglio FVG Stefano Mazzolini. «Abbiamo concordato con l’assessore una sua visita nella sede della Comunità, da convidere con tutti i sindaci, per discutere di viabilità e trasporti – spiega -. La priorità assoluta è il completamento del tratto Moggio-Venzone, visto che al momento i ciclisti sono costretti a percorrere, non senza pericolo, l’ex SS13 Pontebbana. Mi hanno confortato le parole dei dirigenti di FVG Strade, perchè la progettazione è molto avanzata e quindi nel 2024 potremmo avere importanti novità definitive in termini di realizzazione dell’atteso collegamento. Di certo è necessario avere delle certezze sui tempi di completamento della tratta, attese anche dalle agenzie di viaggio che programmano i pacchetti riservati ai ciclisti», conclude Fuccaro.