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La cava di gesso entra nel dibattito sulla fusione fra Villa Santina e Raveo

Si è svolto ieri, su mozione presentata dalle minoranze, il Consiglio Comunale di Villa Santina, convocato con urgenza per discutere sullo stato della vertenza della cava di gesso di Raveo e per valutare i rischi cui può andare incontro la cittadinanza di Villa Santina in caso di fusione con quel Comune (il 29 aprile la consultazione, in concomitanza con le elezioni regionali).
I consiglieri di minoranza nella loro mozione hanno sottolineato la possibilità di una richiesta risarcitoria del Gruppo Grigolin nei confronti del Comune di Raveo di ben 22 milioni di euro, che a loro avviso potrebbero ricadere anche sui cittadini di Villa Santina. Per fare chiarezza sulla questione è intervenuto in Consiglio il legale del Comune di Raveo avvocato Marco Marpillero, io quale ha spiegato che quell’amministrazione comunale ha già vinto ben due ricorsi al TAR Fvg e che da 10 anni giace al Consiglio di Stato il ricorso della parte soccombente, la quale in tutto questo lungo lasso di tempo non ha ritenuto di chiederne la discussione. Atteggiamento che denota già lo scarso interesse della ricorrente a pervenire a una sentenza in tempi brevi. E’ evidente che da 10 anni non ci sono stati ulteriori sviluppi, da rendere noti alla cittadinanza, rispetto alle due sentenze del TAR FVG nettamente favorevoli al Comune. L’avvocato, oltre a spiegare che non esiste alcun presupposto giuridico delle asserite pretese risarcitorie, ha aggiunto che, se anche il Consiglio di Stato dovesse dare torto al Comune di Raveo, l’eventuale esito andrebbe a ricadere su tutti i Comuni del Parco delle Colline Carniche citati nel ricorso contro l’ampliamento del Parco stesso, e quindi anche su Villa Santina, indipendentemente dalla fusione, ma in primis sulla Regione FVG, in quanto l’ampliamento del Parco è stato approvato con Decreto del Presidente della Regione n. 123 del 08.05.2006 e non dai singoli Comuni.
Il consigliere di opposizione Eldi Candido ha poi richiesto espressamente all’avvocato la garanzia sul successo della causa in appello. Marpillero ha precisato che dare una garanzia sarebbe un atto di presunzione da parte sua, ma che si può invece ragionevolmente prevedere un esito favorevole al Comune.
A sua volta il sindaco Romano Polonia ha chiesto al legale di chiarire se in caso di eventuale sentenza di condanna in appello cambi qualcosa per Villa Santina se ci si fonde o meno. L’avvocato ha ribadito con fermezza che non cambia alcunché: infatti gli effetti di una eventuale sentenza sfavorevole si produrrebbero indipendentemente dalla fusione, in quanto la decisione della nuova perimetrazione del parco è stata presa a suo tempo da tutti i Comuni e approvata con provvedimento della Regione.
“Dati alla mano – afferma Polonia – informiamo la popolazione che per quanto attiene la causa relativa alla cava di gesso di Raveo non sussiste, per effetto della fusione, alcun rischio incombente sui cittadini di Villa Santina. Ci scusiamo con i cittadini di Villa Santina e con i cittadini di Raveo per questa triste e imbarazzante strumentalizzazione, da cui prendiamo nettamente le distanze”.