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In visita alla latteria di Campolessi con l’Ecomuseo delle Acque del Gemonese

In occasione della 22ª edizione della manifestazione “Gemona, formaggio e dintorni”, sabato 11 novembre l’Ecomuseo delle Acque del Gemona organizza una visita alla Latteria turnaria di Campolessi. L’iniziativa vuole promuovere il contatto diretto con un’importante realtà storica e produttiva presente sul territorio e dare un piccolo ma significativo contributo alla formazione di una cultura dell’alimentazione. Il presidente della latteria e i casari avranno modo di illustrare il loro lavoro e far degustare le produzioni che caratterizzano la filiera lattiero-casearia. Ritrovo alle 11 presso il caseificio in via San Marco 7 a Campolessi di Gemona. Necessaria la prenotazione (338 7187227, info@ecomuseodelleacque.it).

Campolessi (fondata nel 1908) e Moseanda (1911), i caseifici ancora oggi in attività a Gemona, facevano parte delle nove latterie turnarie che a metà del secolo scorso operavano nel Comune, con quelle di Godo, Ospedaletto, Campagnola, Piovega, Gois, Stalis e Taboga. Il modello turnario (mettere assieme il latte di più allevatori e caseificare collettivamente) riguarda ora solo la realtà di Campolessi, mentre la latteria di Moseanda è gestita da un privato. Alcuni giorni fa dalla Turchia hanno fatto visita al caseificio di Campolessi la giornalista Elvan Uysal e la fotografa Derya Turgut per conoscere il modello turnario e i prodotti della latteria, che saranno inseriti in un libro di prossima pubblicazione.

La Latteria di Campolessi è una delle ultime latterie turnarie presenti in Friuli, probabilmente la più antica ancora in attività essendo stata fondata nel 1908 da 120 soci. Attualmente i soci sono 16, residenti a Gemona e nei comuni limitrofi. Il caseificio trasforma circa 20 quintali di latte vaccino al giorno, proveniente da numerose stalle di piccole dimensioni (2-5 vacche) e da pochi allevamenti di medie dimensioni (alcune decine di capi), dove la razza più diffusa è la locale pezzata rossa. Il formaggio prodotto è a latte crudo, che grazie alla secolare modalità artigianale di lavorazione e al sostegno dell’Ecomuseo ha ottenuto il riconoscimento di Presìdio Slow Food. Negli allevamenti le vacche sono alimentate esclusivamente con erba, foraggi e sfarinati di cereali coltivati in azienda.