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Il progetto “Terre Alte tra Confini e Frontiere” si conclude in Val Resia

Si conclude domenica 11 settembre a Stolvizza di Resia il progetto “Terre Alte tra Confini e Frontiere”, promosso da Melus srl–impresa sociale con la collaborazione di Cramars Soc. Coop e la Fondazione “Pietro Pittini”.

Quest’iniziativa, che si è svolta nel mese di luglio, ha coinvolto alcune località situate lungo i margini del Friuli Venezia Giulia attraverso passeggiate etnografiche e creative, che hanno interessato le comunità locali e i molti partecipanti che hanno voluto condividere queste esperienze.

Un viaggio attraverso luoghi speciali: Terre Alte situate in contesti talvolta ancora stretti nei cascami di un passato non molto lontano; luoghi che hanno subito continue trasformazioni: come sostiene l’illustre antropologo Annibale Salsa, le popolazioni alpine si sono sempre spostate tra versanti e confini, arrivando a spingersi anche molto lontano.

Si è voluto conoscere e raccontare l’evoluzione di Pontebba, Timau, Topolò e Prossenicco e, nel farlo, generare scintille capaci di illuminare il futuro e creare valore da patrimoni unici. 

Il cammino nelle Terre Alte fra confini e frontiere si concluderà a Stolvizza attraverso la realizzazione di un’esperienza antropologica e etnografica straordinaria poiché, guidata da un ospite speciale come Annibale Salsa, antropologo di fama e già presidente del Club Alpino Italiano (CAI), si visiterà edifici e case, si ascolteranno le storie delle persone e ci si confronterà con gli abitanti del luogo.  Commenta Salsa: “Le parole vengono usate come sinonimi ma sinonimi non sono perché il confine ha un significato di tipo inclusivo: il confine è il punto in cui ci si incontra, mentre il termine frontiera […] in qualche modo connota dal punto di vista del lessico militare quello che è l’elemento divisorio.  Vivere sul confine è un’opportunità perché favorisce l’interscambio; durante il periodo delle “Alpi aperte”, come le definiva il geografo Paul Guichonnet, le popolazioni si spostavano molto. Lo stereotipo del montanaro che rimane sempre chiuso nella sua valle è un falso, è un falso etnografico. Le popolazioni alpine si sono sempre spostate sui due versanti e si spingevano anche molto lontano. Oggi invece, pur disponendo di tutti i mezzi di trasporto, di locomozione, di comunicazione e infrastrutture percepiamo maggiormente le distanze. Questo è il famoso paradosso alpino. Lo stereotipo di tipo moderno che vede il montanaro come inchiodato al suo territorio, chiuso in sé stesso, e invece non è affatto così”,

La giornata a Stolvizza permetterà ai partecipanti di entrare nelle case del borgo ed immergersi nei racconti degli abitanti, testimonianze di vite vissute “lungo il margine”.  

Nel corso di 3 percorsi, denominati con i toponimi del luogo “Les”, “Ves e “Kikey”, i gruppi saranno guidati nelle varie tappe che permetteranno di intersecare corti di compendi, abitazioni tipiche, musei e produzioni artistiche. Ogni sosta sarà l’occasione per apprendere conoscenze, scambiare riflessioni, condividere possibilità, assaporare le pietanze tradizionali resiane fino al pranzo conviviale nell’antico borgo “Kikey”, situato nel cuore di Stolvizza.

L’esperienza si concluderà nel pomeriggio, presso il panoramico punto Belvedere, dove i gruppi parteciperanno alla ricomposizione delle conoscenze guidati da Salsa.

Informazioni e prenotazioni sul sito linktr.ee/terrealtefvg.