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Il celebre violoncellista Mario Brunello a Piano d’Arta chiude Carniarmonie 2018

Il finale di una splendida ventisettesima edizione del festival Carniarmonie è nel nome del celebre violoncellista Mario Brunello (nella foto di copertina)venerdì 14 settembre alle ore 20.45 nella Chiesa di Santo Stefano a Piano di Arta Terme. Un importante evento che lo vede protagonista insieme ad altri due grandi nomi della musica e del teatro: Gevorg Gourgeni Dabaghian, il massimo suonatore di duduk al mondo – strumento della tradizione armena ad ancia doppia, simile all’oboe – e Francesca Breschi, artista poliedrica, cantante, attrice e compositrice.

Francesca Breschi

“Danze, lacrime e lamentazioni” è il titolo di questo incontro dove sperimentazione, confronto e ricerca si fondono per mettere in atto processi tali da investigare e avvicinare culture e mondi lontani. Un concerto che si configura particolarmente mistico, ancestrale, spirituale, con un programma che intende indagare gli stati della perdizione e dello struggimento, attraverso brani simbolo della tradizione musicale colta europea, con Monteverdi, Dowland, Bach, fino al foggiano Matteo Salvatore e al violoncellista siciliano Giovanni Sollima, in alternanza ad autori armeni come Padre Komitas, il padre della moderna musica armena, Yekmalian e Sharafyan, il più importante compositore dello stato eurasiatico.

Gevorg Dabaghyan

Una formazione originale per un concerto importante a chiusura di una brillante edizione di Carniarmonie che spesso ha registrato il tutto esaurito nei quasi cinquanta concerti in cartellone, con nuove nuove presenze di pubblico giovane e internazionale. La formazione ospite a Piano di Arta Terme è composta da grandissimi esponenti della musica, in primis Mario Brunello, il violoncellista della montagna, tra i massimi musicisti mondiali, interprete sopraffino con un palmares senza precedenti e collaborazioni con i grandi del suo tempo. Con lui Gevorg Gourgeni Dabaghian, fondatore di varie formazioni tra cui l’Insieme Shoghaken, votato alla salvaguardia del ricchissimo patrimonio folkloristico armeno e Francesca Breschi, artista moltiforme da sempre legata al teatro e a mondi paralleli come la video-arte, le arti plastiche, la poesia e la canzone d’autore. Un concerto in grado di proporre un patrimonio sonoro e poetico che si riverbera nelle diversità di secoli, latitudini, significati, sfuggendo ai corsi e ricorsi della storia e proponendosi sempre con inesauribile energia.