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I rapporti est-ovest in Europa dalla Guerra Fredda a oggi nella conferenza di Gemona

L’Istituto Affari Internazionali di Roma sarà presente sabato 20 aprile alle 10.30 al Cinema Teatro Sociale di Gemona del Friuli per una mattinata di studi sui rapporti est-ovest in Europa dalla guerra fredda a oggi.

L’evento, moderato dal direttore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini, si inserisce nella ricca serie di appuntamenti organizzati dal Comune a corollario della manifestazione espositiva “Allo specchio dell’era Kennedy”, ospitata nelle ex carceri del castello e allestita in collaborazione con la Cineteca del Friuli.

“In un mondo sempre più interconnesso e globalizzato – spiega il vicesindaco e assessore alla cultura Flavia Virilli -, riflettere sull’importanza del confine orientale, in particolare nel contesto del Friuli Venezia Giulia, e sui rapporti est-ovest in Europa dalla Guerra Fredda a oggi è essenziale per comprendere la complessità delle dinamiche geopolitiche, culturali e sociali che hanno plasmato il nostro presente. Questo territorio, crocevia di culture e storie millenarie, è stato teatro di profondi cambiamenti e il nostro confine non solo ha segnato una divisione geografica, ma ha incarnato le contrapposizioni tra blocchi ideologici sì contrapposti ma mai del tutto isolati gli uni dagli altri. Oggi – prosegue Virilli -, in attesa di GO! 2025, discutere di questi temi significa esplorare il processo di riconciliazione e integrazione che ha caratterizzato il continente dopo la caduta del muro di Berlino: è un invito a riflettere sulla resilienza dimostrata negli anni dalle comunità locali nel superare le divisioni del passato e costruire ponti di dialogo e cooperazione”.

Diversi saranno gli argomenti trattati dagli analisti dell’Istituto Affari Internazionali che vedranno partecipi di un dibattito anche gli studenti del corso di laurea specialistica in Studi Europei dell’Università di Udine, gli allievi dell’ISIS Magrini Marchetti e l’Università della Terza Età del Gemonese.

“Per cogliere la complessità della storia delle regioni nordorientali, dobbiamo ripensare criticamente al concetto di confini. Dobbiamo andare oltre l’idea che i confini siano realtà naturali, per comprendere invece i processi storici e culturali che di volta in volta li definiscono, li modificano, li rendono più rigidi o permeabili, fino a farli addirittura scomparire”, afferma Leo Goretti, responsabile del programma Politica estera dell’Italia IAI e Direttore di The International Spectator.

“Le generazioni cresciute dopo la caduta del muro di Berlino e figlie del messaggio trasmesso grazie alla visione europea di un unico popolo unito dagli stessi valori hanno vissuto in un clima di maggiore distensione politica e di crescita e sviluppo economico – spiega Alessia Chiriatti, responsabile del Programma Formazione IAI e ricercatrice per il programma Mediterraneo e Medio Oriente e Africa IAI -.  Oggi, in un’era caratterizzata da sempre più frequenti crisi e conflitti, questa narrazione è messa a dura prova da nemici e da sfide che dichiariamo fuori dai nostri confini. Ecco perché è ancora più importante interrogarci sul valore storico e politico di questi ultimi e analizzare come l’integrazione europea e la governance globale possono offrire delle soluzioni e degli spiragli per una pace mondiale più duratura”.

“La nascita e lo sviluppo del grande mercato di Piazza Ponterosso rappresenta una delle vicende più straordinarie che si sono verificate non solo lungo il confine orientale italiano, ma di tutta la linea di divisione tra est e ovest nella guerra fredda – aggiunge Filippo Simonelli, Junior Researcher del programma “Politica estera dell’Italia” dello IAI -. La porosità di questa linea di demarcazione, a mano a mano sempre più punto di incontro invece che di divisione, è stata quasi un’anticipazione di quell’apertura che oggi vediamo tutti i giorni con l’Unione Europea”.

“Ospitare un evento culturale di prestigio con protagonista l’Istituto Affari Internazionali di Roma – conclude il sindaco Roberto Revelant – è un’opportunità davvero unica per promuovere la comprensione interculturale e affrontare le sfide globali attraverso il dialogo e lo scambio di idee, non solo rivolgendoci al pubblico adulto ma con il costante coinvolgimento degli studenti”.