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I prati di Fusine post “No Borders”, Legambiente all’attacco: “Cosa direbbe Kugy?”

Nelle scorse settimane il Tarvisiano ha ospitato la manifestazione “No Borders Music Festival” e alcuni concerti (il 25-26 e 31 luglio e l’1 e 2 agosto) si sono svolti presso il Lago Superiore di Fusine. Molti hanno parlato del successo dell’iniziativa e hanno diffuso immagini degli spettacoli. Il circolo di Legambiente della Carnia-Val Canale con i suoi associati è tornato sugli stessi luoghi anche a distanza di cinque giorni. Questo il racconto di cosa hanno trovato.

LA NOTA DI LEGAMBIENTE

A scanso di equivoci, premettiamo che siamo appassionati di musica, di buona musica, indipendentemente dai generi. Apprezziamo Elisa, sia come autrice che come cantante e condividiamo il suo impegno civile. Crediamo, poi, che sia più che giusto che anche chi vive nei territori “periferici”, come la nostra montagna, abbia diritto ad assistere a spettacoli di qualità. Ci sono, però, modi e luoghi adatti perché questo accada. Sì, perché un conto sono non più di trecento appassionati che salgono a piedi fino nei pressi di un rifugio dolomitico per ascoltare all’alba il violoncello “solo” di Mario Brunello che interpreta Bach; un “impatto” decisamente diverso è quello di qualche migliaio di abituali frequentatori di concerti rock che salgono in funivia al rifugio Gilberti per assistere all’esibizione di un gruppo, neanche tanto “fracassone”, dotato però di vari watt per amplificare il proprio suono. Confessiamo, così, di essere rimasti subito perplessi nel vedere nuovamente la splendida località dei Laghi di Fusine trasformata in “sfondo” per l’esibizione di musicisti, anche famosi, nell’ambito del “No Borders Music Festival”.

La conca non è solo un luogo ideale per ammirare alcune delle pareti più belle delle Alpi Giulie, per fermarsi a prendere il sole in prossimità di acque smeraldine o per effettuare delle facili escursioni con tutta la famiglia, è anche un “sito di interesse comunitario”, un’area ricca di flora e di fauna che vanno protette da un afflusso contemporaneo e troppo numeroso di persone. Vedendo il grande palco e le centinaia di poltroncine sistemate per gli spettatori nei pressi della riva meridionale del Lago Superiore abbiamo avuto così la brutta impressione di trovarci non in una “riserva naturale”, ma all’interno di uno stadio o su un prato di un parco urbano di una qualsiasi città.

La conferma della “banalizzazione” di un ambito “straordinario” – termine che avranno certamente utilizzato gli stessi organizzatori della manifestazione per attirare il pubblico – l’abbiamo avuta visitando gli stessi luoghi ad una settimana di distanza dallo svolgimento dell’ultimo concerto. Abbiamo trovato tratti di terreno asportati da mezzi cingolati, un prato ingiallito e rifiuti distribuiti un po’ ovunque. Magari sarà eccessivo dire che il sito è stato trasformato in “discarica”, però è difficile trovare un metro quadro di terreno in cui non si rinvenga un mozzicone di sigaretta o un tappo di plastica o una cartaccia.

Certamente non erano queste le condizioni in cui si trovava prima dell’inizio della manifestazione: “No Borders” è andato proprio oltre i limiti!; facile immaginare cosa direbbe, davanti a tale scempio, Julius Kugy, il grande alpinista e musicista, “scopritore” e “cantore” delle Alpi Giulie. Ma cosa dicono le autorità (Regione, Comune di Tarvisio, Corpo Forestale) che hanno il compito di tutelare questo luogo meraviglioso e di vigilare che le leggi siano rispettate?

circolo Legambiente della Carnia-Val Canale