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I giovani amministratori carnici si uniscono sotto la sigla C.U.Mò

Riceviamo e pubblichiamo il documento dei giovani amministratori carnici (passati da 16 a 17), progetto nato per stimolare il dibattito sullo nuova Comunità di Montagna.


Abbiamo deciso di chiamarci C.U.Mò. – Carnici Uniti per la Montagna. Un acronimo dietro al quale è rappresentato lo slancio che ci ha spinto ad unirci in questo progetto. L’impellenza dell’azione, la necessità che il momento sia ora, che non vi siano più rinvii rispetto ad una presa di coscienza e una politica fatta di determinazione che veda la Carnia nuovamente protagonista di una visione complessiva dello sviluppo del territorio montano e del Friuli Venezia Giulia. 

Col nostro manifesto di partenza abbiamo voluto inquadrare un insieme di situazioni, problematiche e potenzialità  che riguardano la nostra Carnia, consci che – pur procedendo in maniera graduale – dalla teoria sia impellente  passare alla pratica. Siamo però convinti che alla base di ogni azione debba esserci uno studio preventivo e concreto  della realtà contestuale. Crediamo che tutti i lavori di ricerca svolti in questi anni sui dati statistici riguardanti i  Comuni carnici debbano essere presi in considerazione per attuare le giuste azioni. Fino a pochi anni fa le vallate si  sono spopolate a favore del fondovalle, ma ora i flussi interni non sono più sufficienti a garantire nemmeno la  sopravvivenza del centro. Per questo c’è bisogno di attuare nuove politiche volte a creare un nuovo rapporto tra la  periferia e il centro della Carnia e a rendere attrattivo il territorio nel suo insieme, anche all’esterno dei confini  carnici. Per questo non si può prescindere da una riorganizzazione generale degli insediamenti produttivi artigianali,  industriali, agricoli e turistici su ampia scala, favorendo anche l’apertura di sportelli territoriali d’assistenza per la nascita di questi insediamenti e l’assistenza burocratica per le imprese e i cittadini. Procedimento da realizzare con  un grande accordo tra le forze del territorio, partendo innanzitutto da amministratori locali, imprenditori e  lavoratori.  

Allo stesso modo è necessario e urgente affrontare il tema della disponibilità abitativa nelle vallate: è fondamentale  spingere su di una normativa che sostenga il recupero di immobili privati, soprattutto nelle aree dove il mercato  immobiliare è sostanzialmente fermo. Questo deve avvenire con fini prima di tutto abitativi ma anche con l’obiettivo  di ridurre la cementificazione, evitando nuove costruzioni ove sia possibile recuperare l’esistente, in una chiave di  valorizzazione del paesaggio. Senza prescindere ovviamente da un passo avanti sull’organizzazione dei servizi, a  partire innanzitutto dall’offerta scolastica, organizzando nuovi modelli e nuove proposte maggiormente legate al  territorio e maggiormente innovative, prima che i numeri in continua diminuzione condannino all’organizzazione  forzata tramite ulteriori chiusure di plessi scolastici, arrivando fino al rilancio convinto della proposta  dell’insediamento di un dipartimento universitario in Carnia.  

Siamo coscienti che lo sforzo è enorme, ma enorme è la difficoltà che vive il territorio. La nostra proposta, per partire  con un percorso realmente radicato e realizzato con cognizione di causa, è quella di realizzare come primo step  un’analisi approfondita del territorio, un’analisi della popolazione, degli spostamenti dei cittadini dei comuni carnici  che si muovono ogni giorno per lavoro, per studio o per altre necessità, una mappatura dei punti di forza e di quelli  di debolezza esistenti, che contempli le potenzialità e gli spazi per nuove attività di ogni singolo Comune, mettendo  in atto un forte accordo territoriale per uno sviluppo condiviso. Una vera radiografia della Carnia insomma. Un lavoro  da realizzare con il coinvolgimento di realtà con esperienza nel campo della ricerca sociale, come ad esempio  l’Università di Udine e la cooperativa Cramars, e col coinvolgimento delle rappresentanze delle realtà sociali e  lavorative che possano fungere da collettore di dati e fornire le giuste chiavi interpretative per l’elaborazione degli  stessi.  

Nelle prossime settimane sarà pronto un nostro blog nel quale scriveremo e raccoglieremo i nostri punti di vista e le  proposte che porteremo nei nostri consigli comunali e all’attenzione della nuova Comunità di montagna oltre che,  ovviamente, all’opinione pubblica. Assieme al blog apriremo le nostre pagine sui social network per provare ad  alimentare un dibattito ed uno scambio d’opinioni, riflessioni e visioni che al momento, concretamente, manca nelle dinamiche politiche locali.