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Ferriere Nord da venerdì ha fatto ripartire la produzione ad Osoppo, i sindacati si oppongono

Proponiamo la nota sindacale di Fim, Fiom e Uilm sulla richiesta del gruppo Ferriere Nord di Osoppo di riaprire lo stabilimento da venerdì scorso.
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“Le Segreterie Territoriali di FIM, FIOM e UILM prendono atto della DECISIONE AZIENDALE avvallata dal Prefetto di Udine di ripartire con le produzioni già dalla giornata di venerdì 3 aprile 2020.
Nella settimana scorsa le OO.SS. hanno incontrato in via telematica la Direzione per ricevere spiegazioni su quali basi si sia richiesto il nulla osta per la ripartenza; Ferriere Nord ci ha spiegato che, FONDENDO ROTTAME FERROSO, è all’interno della filiera produttiva cod. ATECO 38 “attività di raccolta trattamento e smaltimento dei rifiuti” e di conseguenza ha tutta la titolarità per produrre.

Per SIAT e PITTARC l’azienda ha essenzialmente motivato la necessità di ripartire solamente per far seguito alle richieste dei clienti.

LE SEGRETERIE DI FIM, FIOM E UILM CONTESTANO TALE DECISIONE AFFERMANDO CON FORZA CHE PRODURRE ACCIAIO NON E’ ESSENZIALE COSÌ COME DISPOSTO NEL DPCM DEL 22/03/2020, SPECIALMENTE IN QUESTO MOMENTO DOVE TUTTO IL MERCATO E’ FERMO.

Facendo così il Gruppo Pittini obbliga non solo i lavoratori diretti, ma anche i dipendenti delle aziende che lavorano in appalto all’interno dei siti produttivi (questo vuol dire diverse centinaia di persone), a lavorare in una fase in cui solo da un paio di giorni si vede un rallentamento della pandemia.

IN UN MOMENTO DOVE LE LIBERTÀ COSTITUZIONALI VENGONO LIMITATE ARRECANDO DISAGI E COMPLICAZIONI ALLA POPOLAZIONE DEL FRIULI CHE CON GRANDE SENSO DI RESPONSABILITA’ SI ATTIENE A TUTTE LE NORME EMANATE PER CONTRASTARE LA PROPAGAZIONE DEL CORONAVIRUS, L’AZIENDA, DICHIARANDO CHE E’ OBBLIGATA A RICICLARE RIFIUTI, FA RIPARTIRE GLI IMPIANTI PRIVILEGIANDO L’ASPETTO PRODUTTIVO MENTRE LE SCRIVENTI SEGRETERIE RITENGONO GIUSTO PRIVILEGIARE LA SALUTE DEL PERSONALE.

Il rottame, probabilmente a basso costo, in un periodo di fermata nazionale delle aziende siderurgiche o le richieste impellenti dei clienti non sono più importanti della salute dei lavoratori e in generale dei cittadini del Friuli.

In un momento di grave crisi sanitaria mondiale come questo ricordiamo all’azienda e a Confindustria Udine che la responsabilità sociale d’impresa significa anche fermare la produzione per poi ripartire insieme ancora più forti di prima evitando il rischio di vanificare i sacrifici di tutti”.