CronacaTarvisiano

Favorì l’ingresso di 27 immigrati clandestini a Tarvisio, arrestato un albanese

Il 13 gennaio scorso la Polizia albanese, nella città di Pogradec, ha dato esecuzione al provvedimento in ambito internazionale, disposto a seguito dell’ordine di carcerazione emesso il 3 novembre scorso dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 33enne albanese. Lo straniero deve scontare una pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione, emessa a seguito della condanna del Tribunale di Udine, per i fatti occorsi a Tarvisio il 25 e 28 aprile 2016, riguardanti almeno due episodi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’attività investigativa, posta in essere dalla Polizia di Frontiera di Tarvisio, permetteva di acclarare che l’uomo, unitamente ad altri due connazionali, aveva favorito l’ingresso illegale di rispettivamente 18 e 9 clandestini di nazionalità pakistana ed afghana, individuati nelle immediate adiacenze del centro montano.

Le indagini acclaravano che il sodalizio, a bordo di due veicoli, uno con targa francese e l’altro con targa albanese, trasportava i migranti clandestini in Italia, dopo averli prelevati in Ungheria.

Una delle due auto era deputata al ruolo di staffetta, al fine di indicare la presenza di controlli delle forze dell’ordine, l’altra era adibita al trasporto dei clandestini.

Nell’immediatezza degli eventi occorsi il 28 aprile 2016, la Polizia di Tarvisio sottoponeva a fermo i due sodali, sorpresi a bordo del veicolo con targa albanese; di seguito, gli accertamenti permettevano di acquisire e cristallizzare una lunga serie elementi nei confronti anche del 33enne, in qualità di organizzatore, che portavano in sede dibattimentale alla condanna di tutti e tre gli indagati.

A seguito del provvedimento di condanna, le articolate indagini esperite dalla locale Squadra Mobile, con il concorso della Direzione Centrale della Polizia Criminale, Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia ed il Servizio Centrale Operativo, permettevano di rintracciare il latitante nella città albanese di Pogradec dove veniva tratto in arresto in esito al dispositivo della Procura di Udine, che aveva provveduto alle incombenze relative alla Internazionalizzazione dello stesso. Sono in corso le procedure estradizionali.