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Due importanti restauri nella Pieve di San Pietro in Carnia a Zuglio

Martedì scorso, giorno dei Santi Pietro e Paolo, in occasione della Messa celebrata da monsignor Giordano Cracina presso la Pieve di San Pietro in Carnia a Zuglio, al termine della funzione religiosa sono stati presentati alla comunità i restauri effettuati su una settecentesca insegna processionale, meglio conosciuta come pinello del rosario, e sul paliotto in cuoio racchiuso nella sua voluminosa cornice lignea.

I lavori, resi possibili grazie al finanziamento per il bando restauro beni artistici messo a disposizione dalla Fondazione Friuli e alle risorse messe direttamente in campo dalla parrocchia di San Pietro in Carnia, sotto la Direzione lavori curata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Udine, sono stati eseguiti in due distinte fasi dalla ditta Francesco Candoni – Restauro Opere d’Arte di Cedarchis di Arta Terme.

La prima fase è stata riservata al recupero del pinello del rosario, manufatto che versava in condizioni conservative fatiscenti. L’opera lignea, policroma e finemente intagliata, prima degli interventi presentava pesanti ridipinture, evidenti spaccature, mancanze di colore e di parti lignee. Inoltre era assolutamente precaria dal punto di vista strutturale e risultavano assenti anche le figure scultoree, trafugate in tempi immemori. Le operazioni hanno dapprima interessato l’asportazione degli strati ridipinti, la fissatura degli strati pittorici originari, la bonifica (da attacchi xilofagi e fungini) di tutte le componenti e il consolidamento delle fibre lignee.

Successivamente si è passati alla fase estetica del restauro: le evidenti lacune sono state stuccate per essere successivamente integrate pittoricamente. Anche le tre sculture mancanti (la Madonna col Bambino, Santa Caterina da Siena e San Domenico di Guzman) sono state rifatte sulla scorta di alcune vecchie fotografie d’archivio. Una verniciatura protettiva finale ha concluso le operazioni su quest’opera.

Nella seconda parte i lavori hanno interessato il paliotto in cuoio, la sua incorniciatura e i due pannelli decorati che erano posti lateralmente. Analogamente all’opera di cui sopra, anche questo composito manufatto versava in condizioni conservative alquanto precarie: abrasioni, distacchi e sollevamenti di pellicola pittorica, un attacco xilofago e la mancanza di molte parti intagliate e scolpite risultavano evidenti ad una prima osservazione.

Se le operazioni riguardanti le componenti lignee sulla voluminosa incorniciatura sono paragonabili a quelle eseguite sul pinello, differenti sono state le operazioni effettuate sul raffinato paliotto in cuoio sbalzato, argentato, laccato, meccato e decorato a motivi floreali e geometrici. Dopo la fase conservativa su questa componente si è passati a quella estetica che ha richiesto anche la foderatura e la creazione di un nuovo telaio estendibile in sostituzione del pannello, ormai inservibile, sul quale il paliotto in cuoio era stato chiodato.

Come già ricordato, molte erano le componenti intagliate mancanti, comprese le due figure scolpite costituenti l’Annunciazione. Anche in questo caso, sempre grazie a fotografie d’archivio, sono state rifatte le figure della Beata Vergine, dell’Arcangelo Gabriele, di un cherubino e di estese parti intagliate a motivi fitomorfi.

Grazie alla sensibilità dei finanziatori, questo intervento ha permesso di compiere un altro passo verso il recupero sempre più completo dell’importante e prezioso patrimonio artistico custodito nella pieve prepositurale di San Pietro di Carnia.