CarniaCulturaPrimo piano

Dopo una breve pausa riapre al pubblico il Museo “Gortani” di Tolmezzo

Il Museo Carnico delle arti popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, che conserva una delle più importanti collezioni etnografiche europee e custodisce la storia della Carnia e delle sue genti, riapre al pubblico domani, sabato 18 marzo, dopo una breve pausa a seguito di piccoli lavori di manutenzione. Tante le novità in serbo per la riapertura in un anno davvero speciale per il museo: il sessantennale della sua costituzione a Palazzo Campeis.

Alla vigilia della riapertura, la Regione ha voluto sottolineare l’importanza dell’evento e dell’intero programma di manifestazioni: una visita è stata compiuta oggi pomeriggio dall’assessore alla Cultura Tiziana Gibelli: “Cinque anni fa la situazione in cui versava il museo era decisamente molto diversa – ha detto -. E molto bello, oggi, vedere invece che il museo è rinato e ripartito puntando su un programma importante per le sue prospettive future. Un risultato che si deve al grande lavoro fatto dalla Fondazione del museo e della sua Presidente Aurelia Bubisutti”.
Dalla Fondazione è arrivato un ringraziamento per il sostegno economico e la vicinanza della Regione negli ultimi anni. Trenta sale disposte su tre piani e migliaia di oggetti che raccontano la vita, il lavoro e le tradizioni del popolo carnico dal XIV al XX secolo. Il tutto messo a disposizione del pubblico per la caparbia volontà del suo fondatore il senatore Michele Gortani: il “Gortani” di Tolmezzo è fra i musei più originali e preziosi del Friuli Venezia Giulia. Un museo al quale è affidata la custodia della storia e delle genti e di un intero territorio, quello della Carnia: un’area che sulla carta geografica dell’Italia è alla periferia, ma che nella geopolitica dell’Europa costituisce una straordinaria terra di mezzo, storicamente aperta al mondo del Mare Adriatico e a quello della Mitteleuropa.

Secondo l’assessore Gibelli, i musei etnografici non hanno affatto esaurito la loro spinta propulsiva, le tradizioni dei territori sono il vero nostro patrimonio culturale immateriale che va trasmesso perché non possiamo permetterci di perderlo. E la scommessa, ha rimarcato l’assessore, è proprio quella di trasferire questo patrimonio alle giovani generazioni anche attraverso una fruibilità facile, immediata e accattivante.

Nel 2023 ricorre anche un altro sessantesimo anniversario, quello del disastro del Vajont, a cui il museo carnico dedicherà un convegno in autunno. La storia della tragedia, infatti, si intreccia con quella di Michele Gortani che, oltre a essere membro dell’Assemblea costituente e senatore della Repubblica, era uno stimato geologo che aveva dato parere negativo sulla costruzione della diga e, dopo i fatti del 1963, è stato componente della commissione di verifica sull’evento.

Per il sessantesimo il museo ha in programma una serie di altri importanti eventi che saranno organizzati da qui a fine anno. Inoltre, come ha sottolineato ancora l’assessore alla Cultura, il museo assumerà il ruolo di museo capofila nel Mess, Museo regionale etnografico storico e sociale, rete di musei e raccolte presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia, che ha per obiettivo la promozione, valorizzazione e piena accessibilità del patrimonio etnografico e storico-sociale regionale e il cui coordinamento è affidata all’Erpac, l’Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.