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Dal Monte Bernadia di Tarcento le riflessioni sul futuro dell’Ana

Gli alpini in congedo, rappresentati dall’Ana, svolgono un servizio insostituibile per i sindaci e le comunità locali, e questo patrimonio non dev’essere disperso. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin nel corso del suo intervento alla cerimonia sul monte Bernadia, dove si festeggiavano i cent’anni della sezione di Udine e i 63 anni dalla realizzazione del suggestivo Monumento-faro, che dal monte di Tarcento domina una vasta porzione del territorio friulano.

Parlando a nome dell’intera Assemblea legislativa, Zanin ha voluto ringraziare gli alpini in armi – rappresentati dal nuovo comandante della Brigata Julia, Fabio Maiori – prima di soffermarsi sul ruolo svolto dai tanti gruppi dell’Ana. Volontari profondamente radicati nelle loro comunità e capaci di relazionarsi con tutti, gli alpini in congedo hanno svolto compiti fondamentale per i sindaci anche nel periodo più buio della pandemia, passando di casa in casa e rafforzando il senso di comunità.

“Dietro a tutto questo – ha sottolineato il presidente -, c’è lo spirito di sacrificio e la ricerca del bene comune, valori simili a quelli che animarono migliaia di soldati durante la Prima guerra mondiale e che sono riassunti nella figura del Milite ignoto di cui si sta per festeggiare il centenario. Un uomo del popolo e non un generale che ben rappresenta il sacrificio di famiglie e comunità durante gli anni terribili della guerra. Al punto che decine di migliaia di persone si inginocchiarono al passaggio del treno che da Aquileia portava il Milite ignoto a Roma”.

Ma se questi sono i valori da difendere, la fine del servizio di leva obbligatorio mette a rischio la continuità generazionale dei gruppi di alpini in congedo: “La politica – ha sottolineato Zanin – deve allora chiedersi se può consentire che questo patrimonio scompaia o non si debba invece ridare nuova linfa ai gruppi, in modo da poter guardare al futuro con speranza”.

Il messaggio è stato subito raccolto da Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Ana: “Dobbiamo guardare avanti e pensare al futuro dell’Associazione – ha detto Favero -, perché non può andare disperso questo patrimonio, non possiamo permettercelo noi e non può permetterselo neppure l’Italia. E’ necessario che chi ci governa pensi al futuro del Paese, ai giovani e a un servizio obbligatorio per formarli. Una battaglia che continuerà con la cocciutaggine e la caparbietà di chi è abituato a frequentare la montagna”.

Il presidente nazionale si è poi complimentato con la sezione di Udine, tra le più gloriose dell’Associazione, guidata da Dante Soravito de Franceschi. Mentre il sindaco di Tarcento Steccati, nelle vesti di padrone di casa, ha ricordato la storia e il significato del Monumento-faro, voluto dagli alpini tarcentini nel 1954 e ultimato quattro anni più tardi per onorare, con il suo fascio di luce tricolore, i caduti di tutte le guerre.