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Da Legambiente FVG un sì alla riapertura della Gemona-Sacile

Legambiente FVG ha partecipato con una delegazione alla visita tecnica effettuata dall’assessore regionale Mariagrazia Santoro e da molti tecnici e amministratori del settore del trasporto su ferro in Provincia di Bolzano, dove la linea Merano-Malles, già chiusa come “ramo secco” dalle FS, è stata ricostruita dalla Provincia e viene gestita dall’azienda di trasporto locale con enorme successo (quasi 2 milioni di passeggeri all’anno, tra cui moltissimi turisti), il che ha portato all’aumento di presenze e pernottamenti nella valle Venosta.

Per Legambiente, questo esempio del Sudtirolo, insieme alla gestione integrata e alla tessera unica per tutto il trasporto di persone, sia stradale sia ferroviario, deve stimolare ulteriormente la nostra Regione, gli Enti Locali e le associazioni a proseguire in questa direzione. Come ha richiesto l’assessore ai Sindaci e ai Comuni, accanto all’impegno della Regione servono iniziative locali di promozione del territorio e del turismo e di coordinamento degli operatori turistici, perché già ora, senza dover attendere l’inizio dei lavori di recupero, il percorso della ferrovia è accompagnato dalla ciclovia pedemontana e si collega a Gemona alla Ciclovia Alpe Adria, con un potenziale di turismo dolce e di mobilità sostenibile in forte sviluppo. Insomma: una sorta di progetto territoriale costruito attorno e con l’infrastruttura ferroviaria e annessa pista ciclabile, infrastrutture che attraversano paesaggi tra i più caratteristici e interessanti della Regione.
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Sarebbe molto grave la decisione di rottamare, nel 2016, la Sacile-Gemona – chiosa Andrea Wehrenfennig, responsabile settore trasporti di Legambiente FVG in una fase di forte ripensamento della mobilità. La Val Venosta, al netto delle evidenti differenze territoriali, ci può insegnare o quantomeno suggerire qualcosa”.

E Mario De Biasio, in rappresentanza del Circolo Legambiente delle Prealpi Carniche, aggiunge: “Noi pensiamo che questo progetto sia una grande opportunità di sviluppo di tutta la pedemontana: va recuperato il traffico pendolare e contemporaneamente quel percorso deve diventare un “collettore” capace di attrarre tutti quelli che sono interessati a conoscere e frequentare quello che c’è, ed è molto, di bello a monte e a valle. Offrendo anche le possibilità del soggiorno, vedi stazioni abbandonate, e privilegiando naturalmente gli spostamenti con bicicletta, navette e trenini. Per costruire questo progetto c’è bisogno del contributo di tutti, a partire dagli Amministratori, che possono farsi promotori di avviare un percorso partecipato, magari suddiviso in ambiti territoriali, per raccogliere idee e proposte da associazioni, circoli, pro loco, ecc… e anche da singoli cittadini. La Santoro ha ragione quando dice che le amministrazioni locali devono assumersi delle responsabilità e dimostrare di credere a questo progetto“.