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Crisi edilizia in montagna, l’appello della Cisl Alto Friuli

Da un lato i numeri del lento ed inesorabile spopolamento della Carnia, dall’altro la crisi del settore dell’edilizia che non dà cenni di inversione di tendenza. Nel mezzo una vertenza in particolare, quella della Vidoni Spa, che il sindacato sta seguendo con la massima attenzione per le ripercussioni che potrebbe portare ad un territorio come detto già in sofferenza sotto il profilo occupazionale e sociale.

Si avvicina infatti il 15 settembre, data nella quale la storica impresa di costruzioni, consegnerà al Tribunale di Udine il piano in continuità dell’attività aziendale, elaborato per scongiurare il fallimento: “Un appuntamento che vede tutti i dipendenti e le loro famiglie, circa 120 dei quali gran parte residenti in Carnia, in fremente attesa – commentano Franco Colautti e Valentino Bertossi della segreteria CislAlto Friuli – aspettano di conoscere la rispettiva sorte nella speranza che l’accoglimento del piano possa assicurare il mantenimento di numerosi posti di lavoro”.

“Anche noi del sindacato – aggiungono Colautti e Bertossi – auspichiamo venga approvato nell’interesse del futuro dell famiglie di un territorio come detto già di per se provato. Alla luce poi dei tanti rallentamenti nell’apertura di nuovi cantieri dovuti al protrarsi della crisi edilizia – concludono i sindacalisti – appare quanto mai opportuno garantire la continuità ad una realtà storica che dispone di importanti commesse”.

 

GLI ULTIMI DATI

Da inizio anno, secondo i dati della Cassa edile di Udine, il numero delle imprese medie mensili è sceso ancora, a quota 742, contro le 803 del 2015 (-7,5%) e le 1.335 del 2008 (-44,38%); stesso discorso per il numero di lavoratori denunciati: sono 3.328 in provincia di Udine contro i 3.736 del 2015 (-10,93%) e i 6.528 del 2008 (-49,02%). Non può andare diversamente nemmeno per le ore dichiarate con la media mensile che si attesta sulle 352.894 contro le 402.191 del 2015 (-12,26%) e le 798.607 del 2008 (-55,81%).

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“I numeri del settore –analizza ancora Valentino Bertossi della segreteria Cisl Alto Friuli – disegnano una prospettiva desolante, un volano che sembra rallentare sempre più fino a fermarsi. Una lenta ma inesorabile caduta di posti di lavoro e di conseguenza la perdita di saperi, competenze e professionalità edili in un area che si è sempre contraddistinta per una forte vocazione al lavoro del muratore e spesso tramandato di padre in figlio. Come si capisce dai numeri – conclude Bertossi – la situazione ha anche altri risvolti, ormai quasi giornalmente veniamo a conoscenza di lavoratori edili, che faticano a ricevere lo stipendio con regolarità, ritardi che arrivano anche a 5 mesi. A questo punto – concludono dalla Cisl Alto Friuli – bisogna cantierizzare i buoni propositi e le tante promesse, accelerare i tempi e aprire i cantieri, valorizzare le imprese di qualità nella aggiudicazione degli appalti, con il credito e la liquidità necessaria. Sostenendo allo stesso modo pure gli gli investimenti privati partendo dalla messa in sicurezza sismica degli edifici, come ha richiesto alla Giunta regionale in questi giorni il segretario della Cisl regionale, Giovanni Fania”.