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Con “Marginalità al quadrato” Cramars aiuta chi è ai margini dei margini

Marginalità al quadrato, ovvero doppia marginalità: la condizione di disagio in cui si trova chi è in difficoltà nella sfera personale o lavorativa e, in più, vive in territori periferici, lontani da contesti dinamici, come le aree montane. Chi si trova ai margini dei margini.

È per venire in aiuto a queste persone che Cramars, cooperativa per la formazione professionale, lo sviluppo locale e l’innovazione sociale in Carnia e nell’Alto Friuli, partecipa a Education in Square Marginality (EM2), un progetto Erasmus+ finanziato dalla Comunità Europea che, oltre alla cooperativa di Tolmezzo che ha ruolo di capofila, coinvolge altri sette partner tra enti di formazione per adulti e associazioni di categoria, provenienti da Italia, Lettonia, Slovenia e Ungheria.

 

A chi è rivolto EM2

EM2 si rivolge ai NEET – in italiano né-né, ovvero i giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro – così come agli adulti poco qualificati alla ricerca di occupazione. 

Il progetto coinvolge, però, anche istituzioni locali, apparati pubblici, piccole e medie imprese, gruppi d’interesse, sindacati, centri per l’impiego, organizzazioni non governative, associazioni di volontariato e tutti gli enti locali che possono offrire un’opportunità a chi si trova in condizioni di emarginazione e che, di conseguenza, possono beneficiare degli effetti positivi che l’inserimento di nuova forza lavoro ha sullo sviluppo del territorio. 

 

Gli obiettivi e il metodo

EM2 si pone l’obiettivo di aiutare gli adulti in difficoltà lavorativa e scarsamente qualificati a rafforzare la propria motivazione e a potenziare le capacità, attraverso l’educazione formale, non formale e informale. L’approccio iniziale si basa sull’autoconsapevolezza dell’individuo e sul bilancio delle proprie competenze. EM2 agisce, quindi, per migliorare le opportunità di formazione grazie alla collaborazione di scuole, associazioni, municipalità e aziende delle singole comunità, che attivano questi enti affinché contribuiscano a dare un orientamento professionale alle persone in difficoltà lavorativa attraverso il coinvolgimento in gruppi di lavoro. Si interviene, perciò, per sviluppare la consapevolezza sociale dell’utilità della comunità nell’orientamento professionale.

 

I risultati prefissi

Ambizioso, ma possibile, il risultato atteso: la creazione dei “patti di comunità”, ovvero accordi territoriali tra enti pubblici, organizzazioni profit e non-profit e cittadini, costruiti attraverso l’analisi dei singoli contesti e delle relative criticità e potenzialità, formulati per avviare azioni congiunte volte a migliorare la qualità della vita e delle pratiche sociali di un territorio. Accordi formali che identificano l’impegno condiviso di enti pubblici, privati e della cittadinanza a lavorare sinergicamente per dare alle persone in difficoltà, innanzitutto, una spinta motivazionale. Si arriverà quindi alla realizzazione dei “patti di apprendimento”, percorsi personalizzati in ognuno dei Paesi coinvolti, del cui successo non può che essere responsabile l’intero tessuto sociale. 

 

La ricerca di comunità “accoglienti” è aperta

Un progetto innovativo e di grande valore sociale, quindi, grazie al quale i contesti montani possono sperimentare la nascita di nuove forme di collaborazione e sostegno all’interno della comunità, chiamata a prendersi la responsabilità dei suoi abitanti più deboli. Ed è proprio agli abitanti delle Terre Alte che Cramars rivolge la propria offerta di partecipare a questa iniziativa: comunità disposte ad accogliere nel proprio contesto individui in condizioni di difficoltà e ad accompagnarli in un percorso di crescita motivazionale, professionale e di qualità della vita.

“Quotidianamente si rivolgono ai nostri uffici persone che hanno bisogno di essere indirizzate e sostenute – spiega Stefania Marcoccio, presidente di Cramars – ed è da questa domanda che nasce EM2. L’attivarsi di una comunità in aiuto dei propri elementi più deboli è un atteggiamento radicato nella nostra tradizione: semplicemente, si tratta di agire come si faceva una volta, solo in modo più strutturato, organizzato e finalizzato al benessere non solo del singolo individuo coinvolto, ma di tutto il territorio. Sono già diverse le comunità montane friulane che ci hanno contattato per sottoscrivere un patto di comunità e prevediamo di definire almeno 40 patti di apprendimento, 10 per ogni Paese Partner”.

Per maggiori informazioni www.coopcramars.it/project-em2/it/.