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Coldiretti Fvg alla mobilitazione anti-cimice di Verona: «Una calamità, intervenga l’Europa»

Dichiarazione dello stato di calamità e delimitazione delle aree danneggiate con sostegni alle imprese agricole mediante moratoria sulle rate dei mutui, sospensione del pagamento degli oneri contributivi, indennizzi a fondo perduto per i danni subiti e le perdite di reddito e lo sviluppo di fondi di intervento mutualistici. Sono le richieste della Coldiretti, mobilitata oggi a Verona, all’apertura della Fieragricola, contro l’invasione di insetti alieni portati in Italia dai cambiamenti climatici e dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione europea. Considerata la gravità della situazione, la Coldiretti, stimati i danni a 48mila aziende del Paese in 740 milioni di euro, con il presidente nazionale Ettore Prandini ha parlato di «indispensabile confronto da aprire anche con le istituzioni comunitarie coinvolgendo l’Ue sia per quanto riguarda gli aiuti alle imprese danneggiate che i controlli alle frontiere comunitarie».

da sinistra Zannier, Prandini e Pavan

Il presidente della Coldiretti Fvg Michele Pavan ricorda a sua volta l’urgenza di un piano di intervento nazionale che preveda «aiuti straordinari alle imprese e azioni di contenimento anche con un programma coordinato di trattamenti fitosanitari e sperimentazioni su insetti antagonisti». Fondamentale inoltre «il fronte comune con la Regione Fvg e con gli altri governatori. La presenza a Verona delle istituzioni, dal ministro agli assessori regionali, per il Fvg Stefano Zannier, è motivo di orgoglio per la Coldiretti, mobilitata con migliaia di agricoltori da tutta Italia, e conferma che si è ben compreso che siamo davanti a una calamità». Dal Fvg, come annunciato, c’era una delegazione di 300 persone, in rappresentanza delle 2.500 aziende colpite (in particolare nell’ambito delle colture di pere, mele e pesche, nell’ordine) con danni che ammontano a 40 milioni di euro.

La cimice asiatica, rileva la Coldiretti, rovina tutto quello che trova nelle zone dove si riproduce. Ha colpito pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi. L’insetto, capace di colpire oltre 300 specie coltivate e spontanee, è diffuso in tutto il territorio nazionale, con danni particolarmente rilevanti nelle aree del Nord Italia: dai 180 milioni del Piemonte agli oltre 160 del Veneto, dai 32 milioni della Lombardia ai 270 dell’Emilia Romagna, dai 40 milioni del Fvg ai 40 del Trentino Alto Adige fino ai 16 milioni della Liguria.