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Cgil e Uil: «Forti adesioni allo sciopero generale in regione»

«I primi dati sulle adesioni allo sciopero e la grande partecipazione alle nostre manifestazioni sono segnali importanti. Segnali che ci confermano quanto siano,  condivise le nostre rivendicazioni tra i lavoratori e i pensionati». È quando dichiarano i segretari generali di Cgil e Uil Fvg Villiam Pezzetta e Matteo Zorn al termine delle manifestazioni che hanno caratterizzato la mattinata di oggi, accompagnando lo sciopero generale nei settori pubblici, nei trasporti, nella scuola e nelle poste.

I SEGRETARI «Quello che arriva oggi al Governo – dichiara Pezzetta – è il messaggio dei lavoratori e dei pensionati, che in questi ultimi due anni hanno lasciato per strada almeno il 15% del proprio potere d’acquisto, di chi fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese, di chi deve aspettare per mesi o addirittura anni una visita specialistica o un intervento, o ha perso il suo medico di base senza che venga sostituito». Sulla stessa linea Zorn: «Lavoratrici e lavoratori – dichiara – sono stufi e vogliono risposte, che non arrivano da questa finanziaria fatta di tagli. La mobilitazione va avanti finché non vedremo un cambio di politiche da parte del Governo: già la settimana prossima ci sarà lo sciopero regionale di 24 ore per gli altri settori. Ci sarà bisogno della partecipazione di tutti per cambiare il Paese.

SCUOLA, SANITÀ E SOCIALE Le adesioni dei lavoratori sono state particolarmente diffuse nella scuola, sia tra i docenti he tra il personale Ata, e diffuse sono state anche le chiusure di plessi e uffici amministrativi, come segnalano Flc-Cgil e Uil scuola. Nella sanità, soggetta all’obbligo di garantire i servizi essenziali, le prime percentuali diffuse dai sindacati di categoria di Cgil e Uil parlano di adesioni al 60% tra i dipendenti Asugi, al netto dei lavoratori comandati, e di molte strutture chiuse, dall’ematologia di Trieste alla Cittadella della Salute e Anatomia patologica a Pordenone. Operatività al minimo al Csm di Domio (Trieste), adesioni all’80% alla Nostra famiglia di Pasian di Prato (Udine), nella sanità privata. Nel sociale si registrano le chiusure del servizio di assistenza domiciliare a Pordenone, l’adesione al 100% tra gli asstenti sociali del comune di Muggia e le chiusure di diversi asili nido e ricreatori.

TRASPORTI Nel trasporto pubblico locale i primi dati riguardano Arriva Udine e Trieste Trasporti, dove ha scioperato rispettivamente il 60 e il 50% dei dipendenti. La durata dello sciopero nel comparto, come noto, è stata ridotta a 4 ore, tra le 9 e le 13, assicurando il rispetto delle fasce garantite da fine mattinata. Nei porti regionali, secondo i dati raccolti da Filt Cgil e Uiltrasporti, l’adesione si è assestata all’80% a Monfalcone e al 45% a Trieste.

I PRESIDI Molto partecipate le iniziative di piazza, a partire dalla prima, indetta con inizio alle 8 in piazza Cavedalis, a Udine, dove i lavoratori e i pensionati si sono uniti al corteo degli studenti. Un secondo presidio si è tenuto dalle 9.30 davanti alla sede di Arriva, seguito da quello organizzato all’ingresso dell’Ospedale che ha visto la presenza di circa trecento manifestanti con le bandiere e gli striscioni di Cgil e Uil. In concomitanza, sempre a Udine, anche il presidio indetto sotto la sede della Regione. Piazze affollate anche a Pordenone, sotto la Prefettura, e a Trieste, dove sono confluiti anche lavoratori e pensionati della provincia di Gorizia, dando vita a un’affollata manifestazione sotto la sede della Giunta, tra piazza Unità e via dell’Orologio, e a un presidio a Cattinara.

PD «Nell’esprimere solidarietà ai lavoratori, con i quali condividiamo la critica alle scelte del Governo nazionale sulle politiche economiche e sociali e che riteniamo estendibili al Governo regionale, colpevole dell’indebolimento della sanità pubblica e degli enti locali, vogliamo sottolineare quanto sia cruciale intervenire a sostegno dei lavoratori, agendo sia sugli stipendi che sul sistema dei servizi, a partire da quelli sanitari. Stiamo andando verso una politica dei bonus, a fronte di stipendi e pensioni bassi, e non verso il potenziamento di un sistema di servizi pubblici, universalistici e garanti a tutti». Lo affermano la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) e il segretario provinciale del Pd di Udine, Luca Braidotti presenti oggi alle manifestazioni davanti alla sede della Regione Fvg a Udine e all’ospedale Santa Maria della Misericordia. «Non va meglio con la stabilità del Fvg: ci sono sul piatto 600 milioni in più, già dichiarati, rispetto allo scorso anno e ci auguriamo che vengano fatte scelte strutturali per sostenere la sanità e la funzione pubblica in generale, che si occupa di garantire servizi fondamentali per i cittadini. Inoltre – continuano Celotti e Braidotti – è necessario intervenire con politiche sia nazionali, sia regionali per riequilibrare le disparità sociali. Il Fvg, dal canto suo, dovrebbe ragionare sull’Irpef regionale abbattendolo a vantaggio delle fasce più deboli, perché è iniquo avere un surplus di gettito se poi non si pensa a una seria politica di servizi che determinino una redistribuzione delle risorse e un riequilibrio delle condizioni sociali. Ed è quindi necessario anche rivedere il sistema di welfare regionale, potenziando le misure a favore delle persone e delle famiglie con i redditi più bassi, sulle quali sta pensando maggiormente l’inflazione».