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Barazzutti: «A quando il Laboratorio Lago dei Tre Comuni?»

Riceviamo e pubblichiamo da Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico e presidente del Consorzio BIM del Tagliamento, attuale Membro dei Comitati Salvalago. 

 

Nel Bollettino Ufficiale della Regione del 6 agosto 2019 veniva pubblicata la L.R. n.13 che all’articolo 4 commi 35-38 così recita:  “Al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, è istituito presso la Direzione centrale ambiente ed energia, il tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”.

Il Laboratorio, oltre ai rappresentanti della Direzione Ambiente, è composto da  un esperto designato da ciascuno dei tre Comuni rivieraschi di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis nonché, su invito, dai vari portatori d’interesse.

Tale previsione legislativa ha rappresentato una tappa importante dopo un lungo percorso che, da un lato, ha impegnato la popolazione della Val del Lago ed i Comitati Salvalago nella battaglia contro il disastroso progetto di pompaggio di Edipower, ritirato, e per la rinaturalizzazione e valorizzazione del lago, dall’altro lato, la Regione nella elaborazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA) in cui viene finalmente considerato lo stato di grave sofferenza del lago ed indicato il rimedio.

Infatti già nel gennaio 2014 la IV Commissione Consiliare in sede di esame della bozza del PRTA, considerando la criticità del Tagliamento nel tratto immediatamente a valle della derivazione irrigua del Consorzio di Bonifica Friulana ad Ospedaletto ed il progetto dello stesso Consorzio di derivazione irrigua dallo scarico del lago, unanimemente segnalava “  che anche il Lago di Cavazzo si trova in condizioni di criticità ambientale, a causa dell’avanzata modificazione dello stato di qualità delle sue acque, dovuta alla pluridecennale immissione delle acque di scarico della centrale idroelettrica di Somplago, provenienti dalla Carnia tramite il sistema derivatorio ex ENEL, ora Edipower, e quindi da ecosistemi profondamente diversi da quello originario del lago. Al fine di mitigare il progressivo snaturamento dell’ambiente lacustre, viene contestualmente chiesto che sia presa in considerazione la possibilità di realizzare un canale di by-pass che convogli le acque della centrale direttamente all’emissario del lago per recuperarlo ad una condizione di naturalità. La Commissione ravvisa una possibile utilità nell’integrazione delle due soluzioni sopra prospettate, al fine di conseguire la salvaguardia ambientale sia del Tagliamento a valle di Ospedaletto  che del Lago di Cavazzo. Pertanto, ritiene opportuno che negli indirizzi del PRTA sia presa in considerazione tale possibilità, mediante gli studi e le valutazioni necessarie”.

Il parere della IV Commissione Consiliare ha trovato piena accoglienza nel testo definitivo del PRTA, che al punto 3.2.3. Conclusioni , considerando la citata criticità del tratto del Tagliamento ed il progetto derivatorio del Consorzio così dispone:  “Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico – economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.

E’ il caso di sottolineare che i punti fondamentali delle citate disposizioni regionali sono due: un canale di by-pass che convogli le acque di scarico della centrale direttamente all’emissario del lago ed il recupero delle condizioni di naturalità del lago  garantendone la fruibilità.

Invero il recupero delle condizioni di naturalità e di fruibilità del lago è stato nel 2018 oggetto da parte della Regione di un successivo bando di concorso di idee andato, purtroppo deserto, nonché ripetutamente sollecitato da diversi consiglieri regionali e parlamentari di varie forze politiche. 

Ritornando al “Tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”previsto dalla L.R. 13/2019 constato con amarezza che alla data odierna a distanza di ben otto mesi non è ancora stato costituito, sia perché sinora solo i Comuni di Bordano e di Trasaghis hanno nominato il proprio esperto, sia perché la Regione, cui va dato atto dei positivi provvedimenti adottati, non è stata sul punto con la determinazione dovuta, sebbene la legge istitutiva preveda che “Il Laboratorio Lago dei Tre Comuni è convocato e coordinato dal Direttore della struttura regionale”. Persona a cui sono ben note le criticità del lago e idriche generali, presenti e future.

Nonostante i cambiamenti climatici abbiano già presentato anche da noi il proprio biglietto da visita con i fenomeni ben noti, si continua a non comprendere la strategicità del Lago non solo per lo sviluppo della sua valle e del più vasto circondario, ma  per il sistema acquifero e relative utenze a valle dello stesso dal momento che tutte le acque della Carnia, quelle del torrente But escluse, finiscono proprio nel lago e non nel naturale alveo del Tagliamento. E così, senza un piano complessivo e condiviso di valorizzazione il lago resta, da un lato, solo funzionale alla centrale idroelettrica ed agli interessi degli azionisti della lombarda proprietaria a2a e, dall’altro lato, oggetto delle richieste derivatorie irrigue del Consorzio di Bonifica Friulana, che si ripetono puntualmente con la siccità estiva. Inoltre, come se ciò non bastasse, perseverando nella sciagurata politica di rilascio a piene mani di concessioni idroelettriche, la Regione ha autorizzato la costruzione di ben 4 centrali sul canale di scarico del lago (una all’Industrial Park di Tolmezzo e tre ad una ditta veneta). Centrali che, in mancanza del by-pass, provocheranno forti oscillazioni del livello del lago deleterie per la sua rinaturazione e fruibilità. Le egoistiche soluzioni di parte vanno sostituite con l’impegno a individuare e praticare soluzioni complessive e condivise.   

E’ tempo di comprendere che il lago rinaturalizzato, fruibile turisticamente, pescoso come lo era ante centrale è la base fondamentale per lo sviluppo della valle attraendo turisti, pescasportivi, gruppi giovanili, convegnisti, amanti degli sport acquatici, escursionisti, società sportive in ritiro, etcc. permettendo di riaprire l’albergo di Somplago e quello di Interneppo, di mettere a frutto con affittanze, bed and breakfast e alberghi diffusi quel notevole patrimonio abitativo  ora giacente inutilizzato nei paesi della valle.

Il lago rinaturalizzato e fruibile è un elemento importante che interagisce fruttuosamente con le rilevanze del comprensorio: la Casa delle Farfalle di Bordano, i centri storici di Venzone e di Gemona modelli della ricostruzione postsismica, il Forte di Osoppo, Cornino con i grifoni, il laghetto, i lecci abbarbicati sulle rupi ed il Tagliamento finalmente integro nel suo corso, la Forra del Leale, il Monte Cuar con la malga, il Palar, il Monte San Simeone (balconata sul Friuli), la fortezza del Monte Festa, la Storica Pieve di Cesclans svettante sulla valle e, più su, la valletta del rio Faeit e la carnica Tolmezzo. Oltre ad altre importanti presenze. 

Si attivi quindi subito il Laboratorio Lago dei Tre Comuni ed inizi a lavorare per il concreto raggiungimento dell’obiettivo finale: la rinaturalizzazione e fruibilità del lago. Guai se fosse concepito come un espediente a cui far seguire nulla di concreto abbandonando il più grande lago della regione – che sfigura al confronto con quelli carinziani e sloveni –  alla reale prospettiva di essere nel tempo di poco superiore a 100 anni riempito dai sedimenti e fango scaricati in esso dalla centrale, come dimostrato da diversi studi tra cui quelli recenti dell’ing Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, Comunità Montane e Consorzio BIM, e quello dell’ing. Dino Franzil.     

Simile disastrosa prospettiva caricherebbe le attuali rappresentanze istituzionali nazionali, regionali e comunali – nessuna esclusa – di una pesante responsabilità verso le future generazioni. Il lago e la sua valle hanno già subito troppa violenza. Questi giorni difficili dovrebbero offrirci l’occasione per interrogarci se la natura violentata non ci presenti prima o poi il conto.

FRANCESCHINO BARAZZUTTI