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Archivio Romano Marchetti, a Povolaro la presentazione del riordino e dell’inventario

Venerdì 29 dicembre alle 17.30, alla Cjasa dal Botêr a Povolaro di Comeglians, si svolgerà la presentazione del riordino e dell’inventario dell’Archivio Romano Marchetti. L’iniziativa è promossa dal Comitato provinciale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia), che ha supportato i lavori di riordino e di inventario dell’Archivio grazie al sostegno della Regione FVG.
L’Archivio, donato dalla famiglia Marchetti all’Associazione culturale Giorgio Ferigo, è stato riordinato e inventariato da Luca Marin e Nicole Dao, che presenteranno il loro lavoro offrendo alcuni esempi della ricchezza e importanza della documentazione. Essa rappresenta la testimonianza dell’incessante attività di Marchetti, noto come una delle principali personalità della Resistenza in Carnia, ma attivo anche e soprattutto lungo tutta la seconda metà del Novecento e fino alla sua scomparsa, per la “causa montana”: la cultura, la società, l’economia e la politica della montagna.
Sandro Menegon si soffermerà sulla figura di Romano Machetti come agronomo, la sua professione. L’impegno costante a favore dello sviluppo e del miglioramento dell’agricoltura in montagna è stato uno dei fari della sua poliedrica attività.

CHI ERA ROMANO MARCHETTI

Nato a Tolmezzo il 26 gennaio 1913, trascorre la sua infanzia in Carnia tra Tolmezzo e Maiaso di Enemonzo, paese natale della madre; dopo aver frequentato il liceo scientifico a Udine, si laurea in agraria all’Università di Firenze. Vicino agli ideali mazziniani e repubblicani ereditati dal padre, è promotore degli ideali di un’Europa unita e federalista. Dopo gli studi intraprende la sua professione in agraria tropicale nell’Africa orientale italiana. A seguito dello scoppio del secondo conflitto mondiale è ufficiale degli alpini in Grecia; rimpatriato in Italia a seguito di una malattia, aderisce, dopo l’8 settembre 1943, alla Resistenza ed è tra i promotori di incontri di antifascisti nella sua casa di Maiaso, unendosi alla formazione partigiana Osoppo sotto le file del Partito d’Azione e con il nome di battaglia Cino da Monte. Rappresentante militare per la Osoppo nel governo della Zona libera della Carnia, è membro del comando unico delle formazioni partigiana Garibaldi-Osoppo. Nel dopoguerra è attivo professionalmente nel campo dell’agronomia in Carnia fino al 1954 ed è promotore di numerose iniziative relative allo sviluppo economico e sociale locale. In seguito, è trasferito prima a Savona e poi dal dicembre 1957 a Treviso, rientrando in Friuli nel 1965 dove conclude la sua carriera lavorativa nel 1975. Dalla metà degli anni Settanta il suo impegno quotidiano si concentra su vari settori da quello propriamente politico con l’adesione al PSI, passando per l’Alleanza Contadina, all’Anpi di Udine; non ultimo si impegna culturalmente aderendo e collaborando con l’Istituto Regionale e Friulano per la storia del Movimento di Liberazione di Trieste e Udine. A Tolmezzo, inoltre, sostiene in qualità di vicepresidente le attività del Coordinamento dei Circoli Culturali della Carnia, e dell’Associazione Nazionale Alpini. Muore nella sua casa di Tolmezzo il 31 marzo 2019.
La sua autobiografia, intitolata “Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona. Una vita in viaggio nel ‘900 italiano” (a cura di Laura Matelda Puppini) è stata pubblicata dall’Istituto friulano per la Storia del Movimento di liberazione e dall’editore Kappa Vu 2013. Nel 2021 la rivista dell’Istituto, “Storia contemporanea in Friuli”, ha ospitato una sezione apposita di contributi su Marchetti. denominata “Antifascismo, europeismo, politiche per la montagna: Romano Marchetti”, con scritti di Denis Baron, Laura Matelda Puppini, Claudio Lorenzini, Andrea Zannini, Sandro Menegon, Luca Marin, Anna Di Qual.

(in copertina Romano Marchetti nella foto di Danilo De Marco)