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Al Cinema Sociale di Gemona il Friuli perduto nei documentari di Giorgio Trentin

Mercoledì 21 ottobre alle ore 21 al Cinema Sociale di Gemona, nell’ambito della Settimana della cultura friulana della Società Filologica Friulana, sarà presentato al pubblico il dvd Il Friuli perduto nei documentari di Giorgio Trentin 1955-1969, pubblicato dalla Cineteca del Friuli. Le proiezioni saranno introdotte dallo storico Carlo Gaberscek, autore del libretto che accompagna il dvd.

Dei sei documentari sopravvissuti fra quelli realizzati in Friuli negli anni ’50 e ’60 dal cineasta padovano Giorgio Trentin e inclusi nel dvd, se ne vedranno cinque, altrettante testimonianze di tradizioni e modi di vita che già all’epoca andavano scomparendo e di un paesaggio inevitabilmente soggetto alle trasformazioni del tempo ma soprattutto che in alcune parti sarebbe stato cancellato in pochi istanti dal terremoto del 1976.

Dongje il Fogolar

Considerato perduto per decenni e recuperato nell’archivio dell’Istituto Luce grazie alle ricerche di Paolo Giordani, Claut, del 1955, illustra la tradizionale attività dei clautani ­durante i mesi di relativo isolamento invernale: la lavorazione artigianale, a domicilio, del legno per la realizzazione di utensili casalinghi che le donne, appena il clima lo permetteva, andavano a vendere in pianura. Girato alcuni anni dopo sempre nel pieno della stagione invernale ma di taglio turistico, Tarvisio (nella foto di copertina un’immagine), del 1963, va alla scoperta dei paesaggi e degli ambienti del Tarvisiano, mentre nel più noto Dongje il fogolâr, dello stesso anno, si rivedono monumenti, edifici e angoli caratteristici della Gemona pre-terremoto. Le bande di Orzano, del 1964, indaga il curioso fenomeno della musica bandistica praticata diffusamente nel piccolo centro del cividalese di soli 650 abitanti, essenzialmente contadini, che negli anni dell’immediato dopoguerra la elessero a svago e continuarono a esercitarla con impegno, animati anche dallo spirito di rivalità tra due diverse formazioni. Sullo sfondo il paese, le sue tradizioni, gli incontri amorosi, i lavori agricoli. Infine, in Architettura rustica in Carnia, del 1969, Giorgio Trentin mostra come l’architettura tradizionale sia un forte elemento di qualificazione del paesaggio carnico ma già all’epoca minacciata da degrado e abbandono.

Le pellicole originali sono state depositate dall’autore alla Cineteca del Friuli che, con il sostegno della Fondazione Friuli e della Regione Friuli Venezia Giulia, ne ha curato il restauro digitale.

Nel programma della serata al Sociale anche un documentario non friulano di Trentin, I viandanti del Brenta, del 1964, sugli operai che dalla riviera del Brenta andavano a lavorare in bicicletta nelle fabbriche di Marghera.

Claut

L’ingresso è libero ma per una visione in sicurezza, nel rispetto delle norme anti-Covid l’accesso sarà consentito fino a un massimo di 115 persone. Ogni spettatore dovrà fornire nome, cognome e recapito telefonico. È consigliata la prenotazione entro le ore 20 di martedì 20 ottobre.

I partecipanti riceveranno in omaggio una copia del dvd, che contiene un sesto documentario, Il Tiepolo a Udine (1965), incentrato sulle opere che il grande pittore veneziano Giambattista Tiepolo realizzò nel capoluogo friulano. La filmografia friulana di Trentin comprende anche Minatori del Predil e Un got di sgnape, che però ad oggi risultano perduti.

La serata segna la pre-apertura della programmazione cinematografica al Cinema Teatro Sociale che ripartirà ufficialmente venerdì 30 ottobre, esattamente a undici anni dalla riapertura della sala, il 30 ottobre 2009, con la gestione della Cineteca del Friuli.

Info e prenotazioni per la serata del 21 ottobre: tel/whatsapp 348 8525373 • e-mail: sociale@cinetecadelfriuli.org.