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A Gemona rivive Palazzo Scarpa grazie al restauro della famiglia Fantoni

Nel 1978 poche ore prima di subire l’incidente che ne causò la morte, Carlo Scarpa nell’hotel giapponese in cui era ospite disegnò su un blocco di appunti le linee che avrebbero caratterizzato uno dei palazzi simbolo della ricostruzione del Friuli, nella capitale del sisma del ’76, ovvero Gemona. Quel palazzo, che doveva ospitare la nuova sede della Banca Popolare di Gemona, fu poi portato a termine dall’architetto Luciano Gemin, venendo quindi chiuso vent’anni fa sull’onda della riorganizzazione del sistema bancario. 

Oggi, dopo quarantatre anni, il palazzo rinasce grazie al Gruppo Fantoni di Osoppo che ne sosterrà il recupero per restituirlo alla comunità. Grazie a una innovativa collaborazione tra il gruppo industriale (leader nella produzione green di pannelli in legno e mobili per ufficio), Comune di Gemona, Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e Università di Udine – il palazzo firmato da Scarpa e che sarà intitolato al compianto cavalier Marco Fantoni, venuto a mancare lo scorso giugno, ospiterà le lezioni del corso di Scienze motorie, un Archivio sul terremoto e diversi spazi per eventi pubblici. 

Il rapporto tra il veneziano Carlo Scarpa e il Friuli nasce da lontano. Furono alcuni giovani architetti negli Anni ’50 – suoi allievi poi diventati anche loro celebri del calibro di Angelo Masieri, Federico Marconi e Franco Vattolo – che gli fecero conoscere la regione. La ricostruzione dopo il terremoto del 1976 fu l’occasione per chiamare il massimo protagonista dell’architettura del secondo ‘900 a partecipare alla rinascita di questa terra. Fu così che l’istituto di credito locale, su convinto suggerimento dell’allora componente del Cda Marco Fantoni, chiese a Scarpa di progettare la sua nuova sede nel centro di una Gemona rasa al suolo. Dopo diversi sopralluoghi tra le macerie della città, l’impegno si interruppe solo per quel tragico incidente in Giappone che determinò la morte dell’architetto e l’opera fu così realizzata postuma.  

A consentire la rinascita del palazzo è stata una innovativa collaborazione tra pubblico e privato. Infatti, il Comune di Gemona, grazie al sostegno della Regione, ha potuto acquisire l’immobile all’asta relativa alla procedura concorsuale che interessa l’ultimo proprietario, il gruppo Stefanel. In base a una convenzione, il Gruppo Fantoni con un investimento di un milione di euro si è impegnato ora a ristrutturare direttamente l’edificio, così abbreviando le procedure amministrative. 

L’apertura del cantiere è prevista per giugno 2022 e il termine dei lavori dopo un anno, per rendere disponibili gli spazi all’ateneo friulano per l’anno accademico 2023-24. L’intervento sarà seguito dall’architetto Mario Gemin, figlio di Luciano. 

La rinascita del palazzo Scarpa-Fantoni, però, intende avere anche una forte valenza culturale. Infatti, le realizzazioni firmate da Scarpa sono diventate icone dell’architettura italiana del ’900, come per esempio il palazzo della Fondazione Querini Stampalia e il negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia, Castelvecchio a Verona, il complesso funerario Tomba Brion ad Altivole di Treviso e la Chiesa del Villaggio Eni a Borca di Cadore (villaggio interamente arredato dalla stessa Fantoni negli Anni ’50 secondo il progetto di Edoardo Gellner). 

A Gemona del Friuli il rinnovato palazzo dialogherà con il vicino patrimonio medioevale del Duomo, del castello e di via Bini, creando un unicum a livello nazionale. 

(in copertina l’ultimo schizzo di Carlo Scarpa e un’immagine dell’immobile, chiuso da tempo)